La terapia del cancro si sta arricchendo di un numero impressionante di nuovi farmaci. Ma la sostenibilità economica di tanta innovazione è molto complessa. Negli Stati Uniti, le difficoltà finanziarie sono considerate un vero e proprio effetto collaterale dei nuovi farmaci costosi. Jonas de Souza della University of Chicago al congresso dell’ASCO, la società statunitense di oncologia, aveva commentato: “Non ci stiamo davvero prendendo cura della sopravvivenza del paziente se non valutiamo l’angoscia crescente causata dai costi dei trattamenti”. Il problema della cosiddetta “tossicità finanziaria” dovrebbe essere oggetto di attenzione anche nel nostro paese come spiegano, dati alla mano, Francesco Perrone dell’IRCCS Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Napoli, e Ciro Gallo del Dipartimento di Salute mentale e medicina preventiva della Seconda Università di Napoli.
Su Recenti Progressi in Medicina, Perrone e Gallo riportano che “sorprendentemente, anche in Italia, dove esiste un sistema sanitario pubblico che paga i farmaci antitumorali, abbiamo trovato che i problemi finanziari dei pazienti con cancro sono associati con esiti negativi. In particolare, i pazienti con problemi finanziari già esistenti prima di iniziare un trattamento chemioterapico hanno un rischio del 35% più elevato di peggiorare la propria qualità della vita durante il trattamento; e i pazienti che vanno incontro a un peggioramento (o alla comparsa) dei problemi finanziari durante il trattamento hanno un rischio di morte aumentato del 20%.”
“I nostri dati rappresentano un campanello d’allarme che ci costringe a riflettere sul fatto che buona sanità non significa solo mettere farmaci a disposizione dei medici e dei pazienti.”
Perrone F, Gallo C. Le dolenti note. La tossicità finanziaria del paziente oncologico. Recenti Prog Med 2016; 107: 619-21.
A me stupisce molto un rischio ‘soltanto’ ! del 35% più elevato, di peggiorare la propria qualità della vita durante il trattamento in pazienti oncologici meno abbienti.
E’ poco, sia per il peso degli effetti dei farmaci sia per le ovvie considerazioni economiche. Mi scuso per la semplicità del mio discorso, ma ‘la tossicità finanziaria’ non va equivocata: non c’entra con le reali difficoltà economiche del paziente. men che meno con la tossicità dei farmaci antiblastici e questo rende il discorso molto ambiguo. La difficoltà del paziente è economica, reale come il disagio sociale, causata dalla mancanza di denaro, la speculazione finanziaria su ciascun farmaco andrebbe studiata in dettaglio e diversamente; e forse rischierebbe di mostrarsi come una tossicità ingovernabile di plurisistema, industriale-monetario-sanitario. E’ ovvio a prescindere da ogni studio scientifico che non ci sia molto di etico in una speculazione finanziaria, così come è ovvio che l’etica e la speculazione non siano scienze.