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L’epidemiologia 2.0: il dato è tratto?

Il dato è tratto: non è un errore di stampa ma una constatazione. Chiunque abbia prodotto dei dati in virtù di un finanziamento pubblico è tenuto a condividerli. Oltre che da una legge della Repubblica italiana, questa “evidenza” deriva dalla diffusa richiesta di maggiore trasparenza delle attività delle istituzioni. Esigenza che si scontra, però, con non poche resistenze.

In primo luogo, dei ricercatori che vedono il dato soprattutto come un valore utile alla propria crescita professionale attraverso il riconoscimento accademico che può derivare dalla pubblicazione. Il pensiero che il risultato del lavoro di mesi o anni possa essere “riutilizzato” da terzi genera non poche preoccupazioni. Allo stesso modo, molti epidemiologi guardano con sospetto alla possibilità che i dati possano essere interpretati in modo non corretto o, addirittura, tendenzioso.

Sono questi alcuni dei temi che saranno discussi nella sessione curata dall’Associazione Alessandro Liberati – Network Italiano Cochrane nell’ambito del Congresso nazionale della Associazione Italiana di Epidemiologia che si svolgerà a Napoli nella prima settimana di novembre.

Enrico Giovannini, economista, già presidente dell’ISTAT e ministro del Lavoro, riprenderà alcuni concetti esposti nel suo libro Scegliere il futuro (Il Mulino, 2014): il dato deve essere condiviso ma chi fa ricerca deve imparare a “informare” la freddezza dei numeri con un’interpretazione che aiuti il cittadino a farsi un’idea corretta dei risultati delle indagini o delle rilevazioni compiute. Un dato, dunque, non neutrale già in origine, che possa essere oggetto di valutazione e confronto in una disciplina che Giovannini ha battezzato la “statistica 2.0”: interattiva e dinamica, in perenne divenire.

Il dato è anche ciò che documenta con certezza l’attività dello studioso: questo uno degli spunti che verranno da Elena Casetta, della scuola torinese di Filosofia diretta da Maurizio Ferraris, l’originale ispiratore della fisosofia della Documentalità.

Chiuderà la sessione un intervento di Carlo Perucci, epidemiologo che ha lavorato negli ultimi anni al coordinamento del Piano nazionale esiti: dati sensibili che hanno più volte suscitato polemiche sia per ciò che dicevano, sia per come sono stati utilizzati…

Congresso nazionale AIE
Il futuro dell’epidemiologia per l’ambiente, la salute e l’equità
Napoli, 5-7 novembre 2014

Il programma (PDF: 1,1 Mb)
La sessione Alessandro Liberati (PDF: Kb)

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