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Lo stato dell’arte dei servizi di emergenza

I servizi di emergenza territoriale è lo studio pubblicato dalla FIASO e presentato nell’ambito del convegno “Il servizio di emergenza territoriale 118:  attività, modelli organizzativi e prospettive” che si è svolto a Roma.

Il Laboratorio FIASO, dedicato ai servizi di emergenza – urgenza e al 118, nasce nel giugno del 2013 con l’obiettivo di investigare sui costi del soccorso sanitario con autoveicoli e di approfondire le tematiche gestionali del sistema di emergenza-urgenza pre-ospedaliera. La prima analisi comparativa viene pubblicata nel 2015 e interessa quattro Regioni italiane: Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia. Emergono  grandi differenze tra le Regioni, sia nelle modalità di utilizzo delle risorse sia in quelle di misurazione delle medesime. Pertanto, per avere un quadro più completo ed esauriente, si decide di avviare per la prima volta uno studio a livello nazionale, con l’obiettivo di fornire una rappresentazione avanzata del sistema 118 in tutta Italia.

I dati raccolti in questo secondo Laboratorio, pubblicato dal Pensiero Scientifico Editore,  sono basati sulla ricerca che si è concentrata sui modelli organizzativi delle centrali operative 118, del trasporto sanitario su gomma e dell’elisoccorso e ha riguardato, in tutto o in parte, 12 Regioni e 18 Aziende sanitarie, che nel 2015 hanno garantito oltre 2 milioni di missioni di soccorso. Le Regioni interessate sono: Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Il quadro che emerge risulta ancora una volta molto frammentato.  Per quanto riguarda, ad esempio, la presenza di personale medico nelle Unità operative mobili, in alcune realtà, la presenza del medico sale fino al 66%, mentre in altre il medico è presente solo nell’8% dei mezzi.

Sempre per fare un esempio, è differente anche il modo di gestire le chiamate. Nelle Aziende con maggior numero di addetti esaminate dal report Fiaso le attività di call-taking, ossia di risposta telefonica, e quella di dispatching, vale a dire la valutazione della gravità del caso e la gestione dell’invio dei soccorsi, sono affidate ad operatori diversi, mentre le centrali di minori dimensioni riescono, invece, ad occuparsi dell’intero processo con il medesimo personale.

Si presenta a macchia di leopardo anche la rete del servizio di elisoccorso. Come dimostrano i dati raccolti nello studio pubblicato,  si rilevano zone del Paese in cui rimangono scoperte numerose porzioni di territorio raggiungibili nell’arco di 20 minuti, a fronte di altre zone che, al contrario,  presentano aree a sovrapposizione potenziale di due o più servizi di elisoccorso gestiti da enti distinti.

Tuttavia, il giudizio complessivo è positivo: “La presenza di personale medico nelle Unità operative mobili – dice Maria Paola Corradi, Vice Presidente Fiaso, Dg dell’Ares 118 – è perfettamente in grado di garantire l’adeguata assistenza ai pazienti codice rosso, che rappresentano circa il 5% degli interventi”.

Erica Sorelli

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