In primo piano
Long Covid Syndrome: il gruppo di lavoro del Progetto MaCroScopio
Il Progetto MaCroScopio ‒ Osservatorio sulla cronicità prevede come tema centrale delle sue attività la “cronicità” in tutte le sue forme e problematiche annesse. Dopo più di un anno dal giorno in cui l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l’infezione da sars-cov-2 una “pandemia”, occorre domandarsi se covid-19 può essere considerata essa stessa una condizione cronica. Diversi studi hanno iniziato a raccogliere dati sulla sintomatologia a lungo termine (da 3 a 12 settimane dopo l’infezione) dei pazienti affetti da covid-19, e sono oramai entrate nell’uso comune terminologie quali “Long Covid Syndrome”, “Post acute Covid” “Long Haulers”.
Come scriveva su Recenti Progressi in Medicina Nello Martini della Fondazione ReS, a fronte di una diffusione costantemente crescente di pazienti affetti dalla sindrome, esiste una concreta probabilità che l’attenzione internazionale per questa patologia possa determinare un eccesso di procedimenti diagnostici e di interventi medici non necessari. La raccolta e l’analisi dei dati effettuate sarebbero già in grado di consentire una stratificazione delle popolazioni a rischio, mettendo i servizi sociali nella condizione di rispondere adeguatamente alla domanda di assistenza, tuttavia è essenziale che la real-world evidence proceda di pari passo con la selezione, l’analisi e l’interpretazione delle informazioni raccolte nei database amministrativi, nei registri di malattia e nelle banche dati messe a punto da università e istituzioni per promuovere una sanità pubblica realmente personalizzata.
Il numero crescente di pubblicazioni scientifiche, la preoccupazione e l’attenzione internazionale per questa sindrome hanno reso necessario, all’interno del Progetto MaCroScopio, un momento di riflessione ad hoc, nel tentativo di contribuire alla condivisione delle esperienze in atto sul territorio nazionale e al fine di rispondere al bisogno di conoscenze su quella che, con molta probabilità, rappresenterà una nuova cronicità. Al gruppo di lavoro hanno partecipato: Nello Martini (Fondazione ReS), Carlo Piccinni (Fondazione Res), Paolo Tarsia (Ospedale Niguarda, Milano), Maria Giovanna D’Amato (Azienda Usl Toscana Sud Est, Siena), Francesco Landi (Policlinico Gemelli, Roma), Giuseppe Carrà (Università di Milano Bicocca), Francesco Trotta (AIFA), Roberto Bernabei (Policlinico Gemelli, Roma) e Aldo P. Maggioni (Fondazione ReS).
I video degli interventi sono finalmente disponibili sul sito di MaCroScopio.
La Fondazione ReS ha l’obiettivo di creare strumenti utili alla pianificazione e al monitoraggio a diversi livelli e per diversi interlocutori. Tali strumenti sono basati sull’impiego dei real world data sanitari e sono fondati sulla valutazione integrata dell’assistenza. ReS opera nei campi della real world evidence, dell’economia sanitaria e degli aspetti clinici e regolatori, principalmente nelle seguenti aree strategiche:
- profili e costi assistenziali integrati delle patologie;
- valutazione del burden of disease delle patologie a forte impatto sul Ssn: epidemiologia e costi reali, contributo delle diverse voci di spesa (farmaceutica specifica e per comorbidità, ospedalizzazioni, specialistica e diagnostica ambulatoriale);
- valutazione della complessità della popolazione in termini di comorbidità, mediante l’applicazione di metodiche validate.