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Mappe per la ricerca

Perché i risultati di una ricerca abbiano un valore, occorre che siano posizionabili e posizionati nel continuum della conoscenza a cui lo studio appartiene. Per fare questo, può risultare particolarmente utile la “mappa delle evidenze”, uno strumento innovativo di rappresentazione delle conoscenze disponibili. Su Politiche sanitarieLuciana Ballini ne descrive le caratteristiche e le chiavi di lettura che offre, e di come può essere utilizzata per definire “ciò che si dovrebbe sapere”, “ciò che si sa” e “ciò che manca di sapere”.

La mappatura delle evidenze può essere utilizzata “per comunicare quale ricerca aggiuntiva è necessaria per completare il profilo di efficacia, sicurezza, costo-efficacia e accettabilità di una tecnologia sanitaria. Ne risultano raccomandazioni per la ricerca formulate secondo un processo esplicito, che possono sia promuovere progetti di ricerca collaborativi, sia facilitare l’introduzione controllata di tecnologie innovative nei sistemi sanitari attraverso programmi di utilizzo condizionato dalla raccolta di evidenze aggiuntive. Una mappa sviluppata prima di effettuare una valutazione potrebbe essere utile per programmare l’attività di Hta o agli sviluppatori di innovazioni, per illustrare come la nuova tecnologia si colloca e interagisce con gli interventi esistenti”.

E ancora nell’ambito delle politiche sanitarie incoraggerebbe a ragionare sulla possibilità di investire in molteplici interventi, interconnessi all’interno della catena causale, che si compensano e integrano tra di loro, dando luogo a programmi complessi.

Leggi l’articolo di Luciana Ballini su Politiche sanitarie

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