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Medicina di genere: la salute su misura

Il XXXV Congresso dell’Associazione Italiana Donne Medico (AIDM) “La salute su misura, focus on gender” si è svolto presso l’Accademia Militare di Modena (20-22 marzo). Dopo la concomitante cerimonia di giuramento dei 198 allievi ufficiali, di cui 26 donne, l’Accademia è stata pacificamente invasa dalle socie dell’AIDM, al loro appuntamento annuale: per sfidare gli stereotipi di genere non si poteva scegliere una sede migliore. L’Accademia militare fu infatti voluta dal Duca Carlo Emanuele II, ma dopo la sua morte prematura il progetto fu realizzato dalla vedova, Duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, che la inaugurò il 1º gennaio del 1678. Una sede che sarebbe piaciuta anche alla fondatrice dell’AIDM, Clelia Lollini, che riuscì a esercitare la professione di chirurga solo per due anni, dal 1916 al 1918, presso l’Ospedale Militare di Venezia, per poi riprendere l’attività medica rinunciando però al bisturi, che allora era riservato ai medici maschi: lo ricorda in apertura Michela Guerra, la presidente della sezione di Modena.

La Presidente nazionale dell’Associazione, Caterina Ermio, introducendo il convegno, mette in risalto quella che da sempre è la vocazione dell’AIDM: aiutare le professioniste a fare rete, mettendo in contatto, è il caso di questo congresso, i gruppi e le associazioni che si occupano di un approccio di genere, per promuovere un cambiamento culturale.

Molto ampio il ventaglio delle tematiche trattate, raggruppabili in tre principali capitoli, sottolinea la Segretaria nazionale, Antonella Vezzani: le politiche sanitarie in riferimento al genere e i temi sociali, con una particolare attenzione a temi quali la violenza, le discriminazioni di genere e i migranti; la Medicina di genere, con riferimenti a specifiche patologie.

Per quanto riguarda le politiche sanitarie, Anna Maria Celesti per la Toscana e Fulvia Signani per l’Emilia-Romagna hanno reso partecipe il pubblico del lavoro capillare che stanno svolgendo nelle loro regioni: in Toscana con il Centro regionale di Coordinamento della Salute di Genere e in Emilia-Romagna dove, unico esempio italiano, è stata varata la Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere (2014) che all’articolo 10 intitolato “Medicina di genere e cura personalizzata” e 11, prevede, tra l’altro, azioni formative per gli addetti alla sanità regionale e specifiche applicazioni coerenti. “Gli operatori si mostrano incuriositi, ma sarà necessaria un’azione capillare che contribuisca da un lato ad aggiornare sulle ultime scoperte date dalla ricerca comparativa uomo-donna, dall’altra a scongiurare l’idea che occuparsi di Medicina di genere significhi occuparsi riduttivamente delle sole donne”, afferma Fulvia Signani.

Nell’ambito dei temi sociali non poteva mancare una serie di contributi dedicati alla violenza sulle donne: uno per tutti, quello di Monica Dotti, coordinatrice del Centro LDV-Liberiamoci dalla violenza (USL Modena), che dal 2011 si impegna nel trattamento degli autori di violenza di genere e intrafamiliare “per aiutarli a cambiare e ad assumere la responsabilità dei loro cambiamenti”.

Giovanella Baggio, titolare della cattedra di Medicina di genere dell’Università di Padova, ha voluto ricordare che la medicina di genere “non è la salute della donna o la salute dell’uomo. La Medicina di genere è lo studio delle risposte in termini di terapia, diagnostica, prevenzione da dare a quelle patologie dell’uomo e della donna che incidono ugualmente nei due generi e che non sono legate alle funzioni riproduttive”. “Per ogni paziente che incontro – continua Baggio – io mi chiedo se, per una determinata patologia devo seguire lo stesso itinerario diagnostico e prescrivere la medesima terapia a seconda del genere”. Ma serve, a livello universitario, una cattedra di Medicina di genere? Sì e no: serve, ma deve essere solo “un motorino di avviamento” ha detto Baggio: in futuro la dimensione del genere dovrà essere inclusa in tutti gli insegnamenti universitari.

Al termine della prima giornata è stato presentato l’Italian Journal of Gender Medicine, una iniziativa del Pensiero Scientifico Editore realizzata in collaborazione con Novartis. Medicina di genere e la sua declinazione nelle politiche sanitarie e nella società, ricerca scientifica, attualità, interviste: questo e altro troveranno spazio nella nuova rivista, che si avvarrà della collaborazione di Giovannella Baggio alla direzione scientifica. Del comitato scientifico faranno parte, tra gli altri, anche Caterina Ermio, Fulvia Signani e Anna Maria Celesti.

Per concludere… torniamo all’inizio, tra militari e pioniere. Una giovanissima pioniera lo è stata sicuramente la tenente medico Concetta Dafne Evangelista: ha raccontato la sua esperienza al Role 1+ di Pristina, una struttura che ha fondato e diretto per alcuni anni e che supporta tutto il quartier generale nelle pratiche di medicina di base e piccola chirurgia e interviene in caso di emergenza in un raggio di 20 km e dove, ormai “la presenza di almeno un membro del team sanitario di sesso femminile si rivela imprescindibile”. Clelia Lollini sarebbe stata sicuramente d’accordo.

arabella festa

Fonti
XXXV Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Donne Medico (AIDM) “La salute su misura, focus on gender“, 20-22 marzo 2015. Atti congressuali. Il volume contiene i riassunti delle presentazioni orali e una serie di elaborati, espressione dell’attività scientifica delle sezioni provinciali dell’AIDM
Biblioteca Medica Virtuale

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