Negli ultimi vent’anni si è verificato, nell’ambito dei flussi migratori nel nostro Paese, un graduale cambiamento non solo dei numeri e della provenienza ma anche della tipologia delle persone immigrate, nella popolazione sia adulta che pediatrica. L’arrivo in numero sempre maggiore di nuove tipologie di bambini (es. figli di richiedenti asilo e minori non accompagnati), da contesti geo-politici e con modalità di viaggio differenti rispetto ai precedenti flussi migratori, ha indotto la SIP a elaborare nuove indicazioni per l’accoglienza sanitaria dei minori migranti.
Le nuove indicazioni, redatte dal Gruppo di Lavoro del Bambino Immigrato (GLNBI-SIP), tengono conto sia delle attuali evidenze scientifiche sia del rapporto costo-beneficio delle singole prestazioni nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale (SSN).
Inoltre, pur riconoscendo come centrale la figura del pediatra, la strutturazione in diversi livelli d’intervento permette anche al medico non pediatra di utilizzare queste indicazioni “in scienza e coscienza”, adattandole a ognuna delle suddette tipologie e, nello specifico della provenienza e della storia personale e familiare, al singolo bambino. Ogni standardizzazione nell’approccio rischia di rivolgere l’attenzione su aspetti epidemiologici e infettivologici generali con ricadute non positive sia sui bisogni specifici del singolo sia sulla spesa sanitaria, senza un reale vantaggio in termini di salute pubblica.
Il fine ultimo dell’accoglienza sanitaria al minore migrante è l’inclusione del bambino, il più presto possibile, nell’ambito del SSN italiano e il suo regolare accesso ai percorsi dedicati alla popolazione pediatrica, in un’ottica d’inclusione e di equità.
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