Una delle ultime puntate de “Le Iene” riguardava un’indagine svolta su un campione di 12 negozi di ottica all’interno di centri commerciali. Il servizio, andato in onda su Italia 1 il 9 novembre, ha originato una polemica che si è in pochi giorni trasformata in un durissimo scontro tra Società Oftalmologica Italiana (che rappresenta i medici oculisti) e Federottica (che rappresenta gli ottici optometristi).
Ma partiamo dall’inizio: la “iena” Matteo Viviani ha scelto come complice del suo servizio intitolato “Occhiali che non servono” una giovanissima campionessa di tiro con l’arco, che dopo essere stata visitata da Matteo Piovella – presidente della Società Oftalmologica Italiana e oculista di fama – per confermare l’ottimo stato di salute dei suoi occhi, si è recata in dodici centri ottici di affollati centri commerciali e ha chiesto un controllo della vista. Più della metà ha correttamente confermato: 10/10 e nessun bisogno di indossare occhiali correttivi. Purtroppo la stessa risposta non è stata data dai rimanenti negozi, nei quali sono stati rilevati presunti astigmatismo e ipermetropia ed è stato consigliato con toni abbastanza allarmistici l’uso di occhiali correttivi (da acquistare negli stessi punti vendita, ovvio) per non incorrere in un “ulteriore peggioramento del difetto”. Viviani e Piovella hanno duramente stigmatizzato il comportamento degli ottici “terroristi”, esortando i telespettatori a recarsi sempre e comunque da un oculista per i controlli della vista e mai da un ottico.
Il settore degli ottici e optometristi è subito insorto: Giulio Velati, Presidente di Federottica, ha diffuso una nota alla stampa esprimendo tutto il suo disappunto e affermando che “il suddetto servizio è fortemente lesivo della dignità della categoria degli ottici optometristi che operano da sempre con grande competenza e professionalità”.
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