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Omeopatia, qual è il segreto del suo successo?

E’ uscito su Senti chi parla un interessante articolo di Giada Savini che fa il punto sui motivi del successo dell’omeopatia. Come mai l’omeopatia ci affascina così tanto? Qual è il segreto del suo successo? Possibile che il successo commerciale dell’omeopatia sia semplicemente da attribuire a valutazioni individuali in termini di scelta delle cure?

Leggiamo che “secondo l’ultima rilevazione dell’Eurispes riferita al 2017, tra le medicine non convenzionali l’omeopatia risulta essere la cura alternativa più diffusa. Quando si decide di non affidarsi alla medicina tradizionale, (…) ci si orienta soprattutto verso l’omeopatia, nel 76% dei casi. Seguono la fitoterapia, in circa il 60%, l’osteopatia, l’agopuntura e, infine, la chiropratica.”  Tuttavia, leggiamo più avanti, per quanto siano classificati dalla vigente normativa come farmaci, secondo i risultati dell’indagine più completa mai realizzata sull’argomento, pubblicata dal National Health and Medical Research Council, “i rimedi omeopatici non risultano efficaci nel trattamento di alcuna patologia.”

Per non sottrarvi il piacere di leggere personalmente l’articolo che dettaglia in modo esauriente i passaggi attraverso i quali l’omeopatia si è fatta strada fino ad oggi, passiamo direttamente a parafrasare le parole di Stefano Cagliano, che nel suo volume Guarire dall’omeopatia pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore, spiega come la terapia omeopatica continui a sedurre persone d’ogni genere per il semplice fatto che consiste in un patto di fiducia tra il medico e il paziente.

In altri termini, Cagliano sostiene che il successo dell’omeopatia scaturisce da un mix pressoché imbattibile costituito da tre elementi: la mancanza di risposte soddisfacenti da parte della medicina cosiddetta ufficiale, la presunta sicurezza delle sostanze che utilizza – elemento che determina di per sé l’annullamento o quantomeno la drastica riduzione di effetti collaterali pericolosi – e, infine, l’effetto placebo, incontrollabile ed efficace suggestione dai connotati quasi fideistici.

Se tutto questo non fosse sufficiente, si legge ancora nell’articolo di Savini, tra le armi dell’omeopatia ce n’è un’altra, anch’essa molto potente: l’ascolto, praticato con attenzione zelante proprio dai falsi guaritori che ne conoscono bene il potere quasi taumaturgico.  Come ha ben evidenziato Victor Montori,  autore di un volume pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore (Perché ci ribelliamo. Una rivoluzione per una cura attenta e premurosa): “Una cura dei pazienti premurosa comincia dal notare le cose. Questo è un fattore fondamentale nel successo dei ciarlatani e dei falsi guaritori. Ascoltano con attenzione. Vedono la persona. Notano le cose. I pazienti si sentono accuditi.”

 

Erica Sorelli

Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore

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