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Parole, cicogne e pavoni

Le redazioni di numerose riviste di cardiologia, che fanno parte dello HEART Group, hanno pubblicato in contemporanea sulle loro testate una dichiarazione in cui esortano chi scrive articoli, e chi li pubblica, a usare un linguaggio appropriato quando riferiscono i risultati delle ricerche.

Il linguaggio deve essere congruente con lo studio condotto. Per far capire bene di cosa parlano, chiedono aiuto alle cicogne.
Se per esempio da uno studio osservazionale risulta che dal 2010 al 2011 il numero delle cicogne e il numero di nascite sono aumentati del 10%, sarà meglio non saltare a conclusioni affrettate, dichiarando che l’aumento del numero delle cicogne è risultato (resulted in) in un aumento delle nascite. Sarà invece più appropriato scrivere che il numero delle cicogne era “correlato con” o “associato con”…

“Il problema nasce quando i risultati di uno studio osservazionale – scrivono Payal Kohli e Christopher Cannon – sono descritti usando erroneamente un linguaggio che porta alla conclusione che un determinato trattamento dia direttamente un beneficio clinico, o produca un danno, senza che questi risultati siano validati da un successivo trial randomizzato controllato (RCT). Ciò crea confusione e disinformazione tra i clinici e, di conseguenza, tra i pazienti“.

Anche su Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine (ora JAMA Pediatrics) un appello a un linguaggio più equilibrato e corretto. All’insegna del “less is more”, ecco alcuni suggerimenti estrapolati dall’articolo di Peter Cumming e Frederick Rivara (Università di Washington).

Aggettivi. Fare un uso parsimonioso degli aggettivi: lasciate che siano i dati a parlare e che sia chi legge a decidere se la percentuale è allarmante, l’aumento è drastico, la diminuzione preoccupante.
Fairplay. Evitare di mettere in cattiva luce gli studi precedenti per far risaltare il proprio lavoro. Evitare generici richiami a precedenti risultati incoerenti o misti, a difetti metodologici, alle piccole dimensioni degli studi.
Chiaramente. Una menzione speciale per aggettivi e avverbi che vogliono persuadere chi legge dell’importanza dei risultati presentati. Evitare dunque frasi come “i nostri risultati mostrano chiaramente”, “questo studio mostra che (X) è molto efficace”, “c’è una forte associazione”. “Chi fa ricerca deve fornire evidenze”, scrivono gli autori, “in modo che gli altri possano giudicare. Se i risultati sono limpidi e notevoli, parole per convincere sono superflue”.
Spararla grossa. Una serie irresistibile (scusate per l’aggettivo) di esempi: dai risultati che aprono nuove frontiere, alla prima inequivocabile dimostrazione, agli studi più approfonditi. “Cercate di non fare la ruota come i pavoni”, raccomandano gli autori.

Una generale esigenza di precisione e adesione ai dati, requisiti minimi per una comunicazione scientifica corretta.

arabella festa

Fonti
Kohli P, Cannon CP. The importance of matching language to type of evidence: avoiding the pitfalls of reporting outcomes data. Clin Cardiol 2012; 35: 714-7. doi: 10.1002/clc.22066. Epub 2012 Nov 28.
Heart Group. Statement on Matching Language to the Type of Evidence Used in Describing Outcomes Data. J Am Coll Cardiol 2012; 60: 2420-2420.
Cath Lab Digest. Cardiovascular Journals Issue Statement Urging Appropriate Language in Study Results. December 3, 2012.
Cummings P, Rivara FP. Spin and Boasting in Research Articles. Arch Pediatr Adolesc Med 2012; 166: 1099-100. doi:10.1001/archpediatrics.2012.1461

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