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Quando il meglio è nemico del bene

La tomografia computerizzata è un prezioso alleato per la diagnostica, ma non è esente da rischi. Come per i farmaci, sono possibili effetti avversi, spesso legati a sovradosaggi.
Proprio un caso di sovradosaggio offre lo spunto per una riflessione sull’uso, talvolta acritico, dei sofisticati strumenti messi a disposizione per la diagnostica per immagini.

I due interventi pubblicati sul New England segnalano alcuni dei pericoli e danno utili suggerimenti.

Tra i pericoli, oltre la somministrazione di eccessive dosi di radiazioni, il rischio cancerogeno e l’individuazione accidentale di anomalie, per lo più irrilevanti, che tuttavia richiedono ulteriori approfondimenti.

Cosa fare? Come punto di partenza, è necessaria una “visione” diversa: secondo l’autrice di uno degli interventi, Rebecca Smith-Bindman (University of California) l’obiettivo non deve essere “la creazioni di immagini della migliore qualità possibile, se tale qualità non migliora gli esiti (…). Le apparecchiature per le TC devono essere impostate in modo tale da generare le dosi più basse possibile in grado di fornire le informazioni diagnostiche essenziali”.

Alcune proposte per un uso più oculato della diagnostica per immagini: creazione di linee guida specifiche; maggior coinvolgimento di esperte ed esperti in radiologia; educare chi studia medicina e un uso più critico di tali strumenti.

arabella festa

Fonti
Smith-Bindman R. Is computed tomography safe? NEJM 2010; 363: 1-4.
Hillman BJ, Goldsmith JC. The uncritical use of high-tech medical imaging. NEJM 2010; 363: 4-6.

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