Come verificare l’efficacia e la sicurezza di un farmaco in assenza di dati completi sui risultati dei trial condotti?
Leggete, per iniziare, sul blog Scire il post 84 “Cecità di marketing” di Danilo di Diodoro dell’Azienda USL di Bologna: spiega come “la medicina contemporanea basa la propria conoscenza su dati parziali e non ha accesso, evidentemente per motivi di tutela del marketing, a tutti i dati di cui avrebbe bisogno”. Dovrebbero essere consultabili, per esempio, i preziosissimi Clinical Study Report, i documenti nei quali sono raccolte tutte le informazioni emerse nei trial. Il problema è stato sollevato da Tom Jefferson, Peter Doshi, Matthew Thompson e Carl Heneghan sul BMJ: raccontano le loro difficoltà nel raccogliere dati completi per la revisione Cochrane sugli inibitori della neuraminidasi per l’influenza, ed esortano chi fa ricerca, cittadine e cittadini, i media scientifici, a fare pressione sulle aziende farmaceutiche affinché mettano sempre a disposizione tutti i dati in loro possesso sui farmaci prodotti.
La questione sollevata da Jefferson, Doshi, Thompson e Heneghan ha profonde implicazioni per la ricerca e l’editoria scientifica: la direttrice del BMJ, Fiona Godlee, promette che l’argomento sarà all’ordine del giorno del prossimo incontro dell’International Committee of Medical Journal Editors.
Fonte
Smyth RM, Kirkham JJ, Jacoby A, Altman DG, Gamble C, Williamson PR. Frequency and reasons for outcome reporting bias in clinical trials: interviews with trialists. BMJ 2011;3 42:c7153. doi: 10.1136/bmj.c7153.
Godlee F. Goodbye PubMed, hello raw data. BMJ 2011; 342:d212 doi: 10.1136/bmj.d212