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Se medico e paziente comunicano via Internet

Internet può aiutare ad aprire nuovi canali di comunicazione tra lo staff sanitario e i pazienti con difficoltà di espressione vocale, in particolar modo quelli più giovani, che utilizzano i mezzi di comunicazione informatici con assoluta naturalezza. Sulla rivista Tumori si racconta un caso clinico emblematico in tal senso.

I ricercatori della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori e dell’Università di Milano riferiscono di un giovane di 22 anni con diagnosi di rabdomiosarcoma sclerosante nella regione retro mascellare destra ricoverato nel giugno 2009 e subito avviato al trattamento con chemioterapia e radioterapia. Le ulcere orali causate dalla radioterapia erano intensamente dolorose e rendevano l’alimentazione difficoltosa e l’emissione vocale impossibile. Il paziente (un ragazzo in generale poco comunicativo anche in passato e timido in modo quasi patologico) era accompagnato costantemente dalla madre che parlava per lui, ma era inaccettabile per il personale sanitario non poter comunicare direttamente con il paziente. Non solo per necessità clinica ma per il dovere etico di gestire olisticamente un paziente.

Da colloqui con la madre del paziente è emerso che il ragazzo – nonostante gli apparenti problemi di comunicazione – aveva una fitta rete di contatti amicali che gestiva esclusivamente via Internet. Quindi se si prendeva in esame la comunicazione via web il paziente era tutt’altro che chiuso in se stesso, e gli operatori sanitari hanno deciso di spostare la comunicazione col paziente su un terreno a lui più congeniale. Da quel momento si è comunicato col paziente con un software di instant messaging, evitando i contatti visuali durante la chat per creare una situazione familiare al ragazzo. Da questa nuova metodologia di rapporto col paziente sono emerse la sua interiorità, il suo rapporto con la malattia, la sua compliance verso il trattamento e la fiducia nello staff.

“L’uso di Internet ci ha permesso di aprire un canale di comunicazione con un paziente con il quale la comunicazione tradizionale era quasi impossibile”, scrivono gli autori. “Fare in modo che il paziente fosse protagonista del processo comunicazionale e non solo spettatore ci ha garantito un approccio compatibile con la sua fignità e la sua soggettività”.

Fonte: Ripamonti CI, Piccinelli C, Pessi MA, Clerici CA. Modern computer technologies facilitate communication with a young cancer patient. Tumori 2010; 96(4).

david frati

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