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Siamo tutti giornalisti? No!
“Negli Stati Uniti i repubblicani accusano il vaccino contro l’HPV di causare ritardo mentale.” “Dove lo hai letto?” “Online.” Ebbene sì, oggi gran parte dell’informazione circola sul web, anche l’informazione sulla salute. Da anni si dibatte sul declino della stampa scritta per la dominanza di internet e dei social media. Stampa a parte, che ne è del giornalismo? Se fino a ieri il giornalismo era associato alla carta stampata, oggi non è più così. Blog, facebook e altri social network danno la possibilità di scrivere e commentare notizie, di scambiarsi opinioni e di raccogliere post, articoli, interviste eccetera eccetera.
Alcuni sono dell’idea che il giornalismo sia in crisi. Altri non sono di questa idea. Sul blog GigaOM il canadese Mathew Ingram (giornalista esperto dei nuovi media) commenta che “più che antiquato, personalmente penso che il giornalismo sia in pieno sviluppo ed espansione, e questa è una buona notizia. Costruire un legame con i lettori o curare le notizie. Ci sarà sempre bisogno di qualcuno che controlli i fatti e scovi l’errore…”. Secondo Ingram i giornali possono pure chiudere, anche i blog, ma il giornalismo ci sarà sempre: “Non più come un’istituzione ma come un atteggiamento mentale, una serie di princìpi e un modo di comportarsi. L’unica differenza è che oggi ci sono molti più modi per farlo.”
Proprio in questa direzione si muove il neonato Master in giornalismo scientifico digitale della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, che si propone di formare professionisti con elevate competenze pratico-teoriche nell’ambito dell’informazione scientifica e biomedica sui nuovi media.
Il programma del corso prevede un corso di medicina – a cura di Gianna Milano (giornalista e scrittrice) ed Eugenio Santoro (ricercatore biomedico e autore di diversi libri su web e medicina) – dedicato specificamente all’informazione sulla salute: come i social network, podcast, blog hanno trasformato la comunicazione della medicina; quali strumenti il web 2.0 mette a disposizione per la formazione e l’aggiornamento in ambito medico; come reperire online informazioni attendibili, oggettive, evidence based; come la Sanità e Big Pharma usano gli strumenti del Web 2.0.
“I cosiddetti nuovi media aprono scenari impensati fino a qualche anno fa, nel bene e nel male. C’è bisogno di giornalisti che accettino la scommessa di ridefinire le loro competenze tecniche, culturali e relazionali per continuare a mantenere la legittimità del proprio ruolo. C’è bisogno anche di pensare a nuovi modi per formare gli operatori dell’informazione”, scrive Nico Pitrelli, dichiarando il conflitto di interessi (Pitrelli è codirettore del Master). “La scommessa più grossa è ritenere che l’ecosistema mediatico digitale, nella società della conoscenza, abbia bisogno di giornalisti scientifici in grado di occupare nuove nicchie o, ci auspichiamo, nuove praterie.”
Note
Il Master in giornalismo scientifico digitale della SISSA: http://mgsd.sissa.it
Le domande di ammissione dovranno pervenire entro il 28 settembre 2011.