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Svolta shock nella sanità inglese
Un Libro bianco pubblicato dal Ministero della Sanità britannico, a sole sei settimane dall’insediamento del nuovo governo guidato dal leader conservatore David Cameron, preannuncia profondi cambiamenti nelle politiche e nell’architettura del NHS. I più importanti ce li illustra il blog di Politica sanitaria Salute Internazionale.
“Equity and excellence: Liberating the NHS”: questo il titolo del documento che, in 57 pagine, illustra il piano che nei prossimi 3-4 anni dovrebbe “liberare” da lacci e laccioli il servizio sanitario inglese (il piano non si applica a Scozia, Galles e Irlanda del Nord), conferendogli più efficienza e qualità, e maggiore vicinanza ai pazienti. La filosofia generale del progetto di riforma è sintetizzata nel seguente passaggio: “Le stanze dei bottoni del National Health Service (NHS) non saranno nel Ministero della sanità o negli uffici amministrativi perché il potere sarà affidato agli operatori sanitari e ai pazienti. Le stanze dei bottoni saranno negli ambulatori e nei reparti ospedalieri. Il governo libererà il NHS dall’eccessiva burocrazia e dal controllo politico, e renderà più facile per i professionisti fare le cose giuste per e con i pazienti, innovare e migliorare i risultati di salute. Noi daremo vita a un ambiente dove il personale e le organizzazioni godranno di maggiore libertà e di più chiari incentivi a crescere, ma si misureranno anche con le conseguenze degli errori commessi nei confronti dei pazienti che devono servire e dei contribuenti che li finanziano”.
Spiega Gavino Maciocco del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università di Firenze: “Il provvedimento più radicale è certamente l’abolizione (nell’arco di 2-3 anni) delle Strategic Health Authorities e dei Primary Care Trusts (PCTs); come se in Italia si cancellassero d’un tratto Regioni e ASL (senza ospedali). Particolarmente traumatica (anche in termini di perdita di posti di lavoro) è la chiusura dei PCTs, le strutture che attualmente gestiscono i servizi territoriali – comprese le attività dei medici di famiglia (General Practitioners – GPs) – e finanziano e commissionano le cure secondarie. La novità (una ’novità’ in parte già vista in passato) è che le funzioni di committenza e di relativo finanziamento delle cure secondarie (attività specialistiche e diagnostiche, e di ricovero ospedaliero) saranno trasferite ai GPs, ovvero a gruppi di GPs (practice) riuniti in Consorzi (è prevista la costituzione di 500 GP Commissioning Consortia in tutta l’Inghilterra). Questi Consorzi di gruppi di Medici di famiglia – che opereranno in collaborazione con altri professionisti e con la partnership delle comunità locali e delle autorità municipali – avranno il controllo dell’80% delle risorse del NHS. Una volta usciti di scena i PCTs, le funzioni per così dire “pubbliche” del NHS (ricordiamo che i GPs sono, come in Italia, medici privati convenzionati) saranno svolte da una struttura creata ad hoc – NHS Commissioning Board – e dalle autorità municipali. Sul versante dell’assistenza ospedaliera il Libro bianco conferma la scelta dei precedenti governi laburisti di semi-privatizzare gli ospedali, conferendogli il massimo dell’autonomia, accelerandone il processo: entro 2-3 anni tutti gli ospedali del NHS dovranno trasformarsi in Fondazioni (Foundation Trusts)”.
Una parte significativa del documento, forse la più originale e impegnativa, è dedicata al ruolo dei pazienti. Il titolo del capitolo “Nothing about me without me” è preso in prestito dal motto del Gruppo di Salisburgo, un’associazione internazionale nata per promuovere la centralità del paziente. “Nessuna decisione che mi riguardi deve essere presa senza di me”: il Libro bianco si impegna ad attuare il principio della libertà di scelta dei pazienti del luogo di cura e della condivisione con i pazienti delle scelte assistenziali (incluse quelle di fine vita, con l’offerta del supporto ai pazienti che desiderano avere una “buona morte”).
Fonte
Maciocco G.Liberating the NHS. Svolta shock nella sanità inglese. Salute Internazionale 02/09/2010.