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Un trapianto “illustre” che fa discutere
L’ex vice presidente americano Dick Cheney è appena uscito dall’ospedale dopo aver ricevuto un trapianto di cuore. Cheney ha lasciato l’Inova Fairfax Hospital Heart and Vascular Institute in Virginia in buona salute dopo soli dieci giorni dall’intervento che gli ha dato un cuore nuovo da un donatore sconosciuto. Cheney, 71 anni, che ha aspettato due anni prima del trapianto, ha avuto cinque attacchi di cuore dall’età di 37 anni, l’ultimo nel 2010. La notizia dell’operazione è stata data solo ad intervento finito lo scorso 24 marzo. Per il cardiologo Chauncey Crandall, l’ex vice presidente potrebbe addirittura ipotizzare di tornare alla carriera politica.
Il trapianto di Mr. Cheney ha sollevato un dibattito nella comunità dei trapiantologi e non solo. C’è da dire che Mr. Cheney ha lottato a lungo contro la sua malattia e come scrive Lawrence Altman, giornalista medico del NYT, ha avuto la forza e volontà di essere al posto giusto nel momento giusto. “La storia medica di Mr Cheney potrebbe essere la storia del progresso medico contro la cardiopatia, che è la principale causa di morte nel nostro paese come in molti altri. La maggior parte dei progressi sono avvenuti durante la vita di Mr. Cheney, attraverso investimenti dei contribuenti nella ricerca finanziata dal National Institutes of Health e investimenti privati da parte dell’industria e degli imprenditori”.
Su Fatti e Cifre, Alessandro Nanni Costa, Direttore del Centro Nazionale Trapianti, ha commentato: “Il trapianto di cuore di Dick Cheney ha avuto una forte eco e scatenato un acceso dibattito soprattutto per via dell’età del paziente trapiantato: 71 anni. Cheney era in lista da 20 mesi e pochi mesi prima di essere trapiantato persino il Wall street journal si era chiesto ’Quando Dick Cheney sarà troppo vecchio per il trapianto?’. Il dibattito, in sostanza, ruotava intorno ai criteri di allocazione degli organi (sempre troppo scarsi rispetto alle liste d’attesa) e se o quando l’età del ricevente possa essere un criterio di esclusione. Il diritto alla cura rimane inviolabile, a qualsiasi età. Se le condizioni generali del paziente in attesa sono considerate adeguate per un trapianto, l’età può non costituire un criterio di esclusione. Nel nostro Paese dal 2002 ad oggi sono stati effettuati in totale 402 trapianti in soggetti di età superiore ai 70 anni, 82 solo nel 2011. Questi dati indicano chiaramente che negli ultimi anni sono migliorate le condizioni dei pazienti che arrivano al trapianto, tanto che alcuni di loro diventano elegibili anche superati i 70 anni di età”.
“In Italia il caso Cheney non sarebbe stato così ’straordinario’“, considera Nanni Costa.
I numeri dei trapianti over70 in Italia(PDF: 78 Kb)