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Uno studio misura l’efficacia di Dottoremaeveroche contro le fake news in piena pandemia
In piena pandemia l’Università di Udine, in collaborazione con quella di Firenze, ha condotto uno studio per misurare l’efficacia del portale Dottoremaeveroche contro le fake news che è stato appena pubblicato su JMIR (Journal of Medical Internet Research) Medical Education, la principale rivista di settore che si occupa di medicina e sanità digitale
Il portale della FNOMCeO Dottoremaeveroche nasce nel 2018 dall’attività di un gruppo di lavoro, coordinato da Il Pensiero Scientifico Editore e composto da neuropsichiatri, medici, giornalisti e autori scientifici, debunker e fact-checker, docenti universitari, esperti di comunicazione, linguisti, che aveva l’obiettivo di comprendere le motivazioni per cui il nostro cervello cade nelle trappole cognitive, che ci fanno credere a notizie false, e di fornire gli strumenti per smontarle.
Nel periodo della pandemia, gli utenti che si sono rivolti a Dottoremaeveroche per orientarsi nel diluvio di informazioni spesso contraddittorie e incomplete che circolavano in rete e non solo sono stati ben 5 milioni. Inoltre, ad oggi, possiamo annoverare picchi di 16mila “click” per schede su argomenti “caldi” e quasi 20mila follower su Facebook.
La ricerca ora pubblicata su JMIR Medical Education, effettuata da novembre a dicembre 2020, quindi nel pieno della seconda ondata, ha rilevato, nel questionario in entrata, una più marcata insicurezza degli studenti nel cercare sul web notizie sulla salute. Scendendo nel dettaglio, a un gruppo di studenti del primo anno della Facoltà di Medicina dell’Università di Firenze è stato somministrato, prima e dopo aver seguito un corso di materie informatiche che comprendeva anche l’utilizzo di Dottoremaeveroche, un questionario di autovalutazione sulla digital health literacy, la capacità di acquisire, comprendere e utilizzare informazioni su internet per prendere decisioni in tema di salute. Al termine del corso, tutti i punteggi erano nettamente migliorati, soprattutto per quanto riguardava gli argomenti legati alla scelta e alla qualità delle fonti.
L’autovalutazione finale ha mostrato una grande sicurezza degli studenti nell’utilizzo della rete per motivi medici, mentre rimanevano aree di incertezza nell’applicazione pratica delle informazioni trovate. Il corso ha dunque dato buoni risultati, soprattutto riguardo all’analisi approfondita dello strumento Dottoremaeveroche, pensato dalla Fnomceo proprio come un “kit di primo soccorso” per migliorare le competenze in tema di salute, e in particolare della sezione “Navigazione consapevole”, una vera e propria bussola per orientarsi in rete.
“Analizzando i dati sugli accessi al sito nel 2020 – spiega Alessandro Conte, medico, coordinatore del progetto, che è tra i firmatari del lavoro scientifico – abbiamo notato un grande incremento rispetto agli stessi mesi del 2019: sono aumentati del 77% a marzo, con l’inizio della pandemia e del lockdown in Italia; del 155% a giugno, del 255% in agosto e del 364% in ottobre, all’inizio della seconda ondata. Questa crescita di visibilità e di utilizzo del sito suggerisce che era percepito e apprezzato dal pubblico come una fonte di informazione utile”.
“In un’epoca di digitalizzazione della sanità – continua Valentina Moretti, medico in formazione specialistica e primo autore del lavoro – l’utilizzo di strumenti digitali che aiutino a riconoscere la validità delle informazioni digitali e a divulgare conoscenze corrette – come promosso da Dottoremaeveroche – è fondamentale nei periodi di emergenza e un utile supporto sia per i professionisti che per i cittadini che si ritrovano immersi in una rete di informazioni contrastanti.”
“L’accesso all’informazione in Internet – affermano gli autori Maria Renza Guelfi e Marco Masoni, docenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze – sembra accelerare l’assunzione di responsabilità e le capacità decisionali del paziente tanto che gli esperti parlano di Internet come terza entità costantemente presente nella relazione medico-paziente, poiché capace di agire in modo più continuativo rispetto al curante in ragione della sua accessibilità e disponibilità. Per questo motivo, è sempre più frequente l’accesso a informazioni sanitarie in rete da parte dei pazienti, prima e dopo l’incontro con il medico.”
“In tempi di crisi, come durante la pandemia – conclude il Presidente della Fnomceo Filippo Anelli, anche lui tra gli autori – l’abilità di usare internet per informare meglio i pazienti, i colleghi e se stessi sulle posizioni e raccomandazioni delle istituzioni è molto importante, anche per promuovere comportamenti virtuosi in termini di prevenzione e contenimento dei contagi.”
Erica Sorelli
Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore