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Zona d’ombra: per una nuova relazione di cura

Tra le ultime novità librarie del Pensiero Scientifico Editore, Zona d’ombra. Dubbi e incertezze tra pazienti e medicina dell’evidenza di Renato Luigi Rossi affronta un tema che sta diventando ogni giorno più stringente attraverso le storie cliniche di pazienti che entrano in relazione con i medici: occorre superare una volta per tutte l’idea che la diagnosi e la terapia di una malattia derivino esclusivamente da processi logico-matematici. Al contrario, come ormai dovrebbe essere noto a tutti, la medicina è una scienza che procede per tentativi ed errori, ma se questa consapevolezza non si diffonde opportunamente, i cittadini continueranno loro malgrado a nutrire false illusioni e i medici si arroccheranno sempre più su posizioni meramente difensive.

Nell’introduzione del volume, che si rivolge ai medici ma anche a tutti i cittadini in quanto potenziali pazienti, alla domanda “Che cos’è la zona d’ombra cui allude il titolo di questo libro?”, l’autore stesso risponde senza mezzi termini: “E’ l’incertezza che accompagna sempre il medico nel suo agire quotidiano.” Con lucida consapevolezza, Renato Luigi Rossi continua “Pur essendo un fenomeno conosciuto, se ne discute poco e poco o per nulla viene affrontato durante il corso di laurea. Eppure non raramente una decisione in ambito sanitario viene presa in condizioni di incertezza o di ‘non so’.”

In altri termini, la prognosi non è quasi mai certa, e il fatto che di questa incertezza si parli così poco – nonostante faccia universalmente parte dell’esperienza dei medici – “dipende probabilmente dal paradigma che ancora permea il comune sentire pubblico: una diagnosi discende da un processo di tipo logico-matematico per cui in presenza di certi segni e/o sintomi essa è quasi una conseguenza inevitabile.” Va detto che, a questa visione delle cose, contribuiscono sia i medici stessi, i quali raramente ammettono con il paziente di nutrire dubbi, sia i mass-media, che hanno la discutibile abitudine di presentare i progressi della medicina come eventi che attengono alla sfera miracolistica.

L’insieme di questi fattori determina la rimozione di quella zona d’ombra che, al contrario, va compresa e accettata da entrambe le parti – medici e pazienti – con l’obiettivo di instaurare una diversa relazione di cura. Una relazione in cui il medico coinvolga e promuova il paziente da soggetto passivo ad attore delle scelte di salute che lo riguardano, rendendolo partecipe e consapevole delle insidie connaturate con la professione medica.

Scritto in modo scorrevole e accattivante, il libro di Renato Luigi Rossi presenta un ricco e variegato ventaglio di storie cliniche che conferiscono alla lettura la piacevolezza che sempre deriva dall’opportunità di potersi riconoscere, in tutto o in parte, nei casi raccontati.

Erica Sorelli
Ufficio Stampa Il Pensiero Scientifico Editore

Commento

  1. Maria Cristina Calzolari 9 Ottobre 2022 at 11:49 Rispondi

    Molto interessante l’idea di riportare al medico curante la responsabilità della relazione umana con il paziente, rinunciando alla tendenza di delegare allo specialista, psichiatra o psicologo, questa parte così importante della diagnosi e della cura.

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