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AAA cercasi guide basate sulle evidenze

 
Cento principi attivi di psicofarmaci in altrettante schede monografiche raccolte in un volume di duecento pagine. Ma non bastano i foglietti illustrativi?

Se l’obiettivo è garantire un uso razionale degli psicofarmaci durante l’allattamento al seno, e anche in gravidanza, i foglietti illustrativi non sono sufficienti. Per l’80 per cento dei farmaci disponibili sul mercato italiano, il foglietto illustrativo riporta controindicazioni all’uso durante l’allattamento. Le informazioni contenute nei foglietti illustrativi dei farmaci sono limitate, generiche e "cautelativo-difensive" per i produttori, perché sono scarse le informazioni disponibili per la maggioranza dei farmaci durante l’allattamento: la documentazione dei rischi, reali o potenziali, è il più delle volte inesistente; quando si dispone di un qualche dato riguarda solo la farmacocinetica e non la sicurezza. Tra le "avvertenze speciali" si trovano spesso frasi di scarso utilizzo decisionale per il medico, informativo per la paziente. Frasi che possono pregiudicare sia l’allattamento al seno che lo schema terapeutico.

Le frasi di scarso utilizzo

"Non è noto se il principio attivo passi nel latte. I benefici per la madre devono essere valutati in rapporto ai rischi per il bambino."

"Durante l’allattamento si deve prendere in considerazione la possibilità di uno svezzamento precoce."

"Se durante l’allattamento il trattamento è ritenuto necessario, la paziente deve interrompere l’allattamento al seno per evitare che piccole quantità del farmaco che passano nel latte materno vengano assunte dal lattante" .

La vostra "Guida pratica basata sulle evidenze" vuole quindi fare un po’ di chiarezza?

Il basare le proprie scelte terapeutiche sulle evidenze documentate di sicurezza ed efficacia è un paradigma della medicina contemporanea. L’uso dei farmaci durante l’allattamento rappresenta un’area terapeutica "grigia" per questo abbiamo voluto realizzare una Guida che rappresenti uno strumento essenziale (accurato, efficace e aggiornato) per l’uso razionale degli psicofarmaci. Abbiamo quindi raccolto e analizzato – in modo sistematico – le informazioni disponibili sui rischi degli psicofarmaci durante l’allattamento al seno e – in modo sintetico – anche durante la gravidanza come parte di un continuum che non può essere disgiunto.

A chi si rivolge la vostra Guida?

A psichiatri, pediatri di famiglia, medici di medicina generale e ostetrico-ginecologi: i primi per la loro pertinenza specialistica, i secondi per il loro mandato a tutela del lattante, i medici di medicina generale per la loro attività prescrittiva e gli ostetrico-ginecologi quali operatori del percorso pre- e perinatale.

 La carenza di informazione sui farmaci passa dalla ricerca alla pratica e, quindi, al cittadino…

Dobbiamo tenere in considerazione che inevitabilmente la scarsezza di informazione sulla sicurezza e l’efficacia di una terapia si può tradurre nel rifiuto della terapia o nella scelta di non allattare al seno o di abbandonare precocemente l’allattamento. E i dati lo dimostrano. Questo quadro conferma il ruolo importante che – in questo particolare contesto – rivestono i "Centri di Informazione sui Farmaci" dove medici e pazienti possono trovare risposte basate sulle evidenze e immuni da interessi "altri dalla salute".

Nella presentazione al volume spiega che la Guida si riconduce al percorso del gruppo di lavoro Drugs and human lactation dell’OMS. Ci può spiegare?

È un percorso iniziato una ventina di anni fa quando l’OMS riconobbe la necessità di valutare e razionalizzare un’area terapeutica "piuttosto confusa" (definizione usata nella lettera di incarico ai componenti del gruppo di lavoro) come quella dell’uso dei farmaci durante l’allattamento. Nei due anni successivi, sotto il coordinamento di Ingrid Matheson e Peter Bennett, venne prodotto il primo libro che, in un’era in cui non aveva fatto la sua comparsa in modo determinante la evidence-based medicine, per la sua impostazione metodologica, il percorso svolto e il prodotto realizzato fu di riferimento per molti. Purtroppo, a questa importante iniziativa ha fatto seguito solo un parziale aggiornamento nel decennio successivo. Il patrimonio metodologico e culturale di allora trova nella Guida un suo riscontro. Il lavoro che ha determinato la realizzazione di questa Guida è stato interpretato come una continua revisione collegiale.

Il prossimo passo?

La Guida è un testo unico, per formula e "percorso di produzione", anche a livello internazionale. Quindi una sua traduzione potrebbe risultare utile anche per altre mamme fuori d’Italia, oltre a rimarcare un processo inverso alla maggioranza dell’editoria italiana (un omaggio all’Editore; un dovuto e sentito tributo). Inoltre, sarebbe bello che il lavoro continuasse con la partecipazione dei lettori, con la segnalazione degli errori (si spera pochi) e la proposta di miglioramenti necessari affinch sia sempre più utile nella pratica, suggerendoci magari di estendere questo modello di Guida anche ad altre classi di farmaci e condizioni. 

 

19 settembre 2007

Sul tema della gravidanza, allattamento e psicofarmaci, il Pensiero Scientifico Editore ha pubblicato:

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