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Castigare ridendo mores
Castigare ridendo mores |
Eugenio Picano, pillole dal libro "La dura vita del beato porco" (seconda edizione) |
Perchè scrivere
Un giovane ricercatore può decidere di scrivere un articolo perchè ha, o crede di avere, qualcosa da dire, e chiede ascolto. Scrive cose in cui crede (il che, ovviamente, non vuol dire che siano vere); ha lavorato direttamente sui dati che presenta; di quei dati si avvolge come di un’armatura scintillante, e si arma come di un’affilata durlindana per andare ad infilzare gli infedeli. Dal cap. 2: Il tallone di Achille (Campanile), ovvero come scrivere un articolo scientifico. La sindrome di Ulisse del manoscritto Dopo la fatica d’Ercole della scrittura, il ricercatore affronta il problema capitale: farsi pubblicare da qualche parte quello che ha scritto. Di solito, al momento del concepimento, il lavoro viene pensato per i maggiori giornali medici mondiali: un po’ come, per un giornalista, scrivere l’articolo di fondo per il New York Times. Non di rado – alla fine della tribolata Odissea editoriale – ci si deve accontentare di una comunicazione breve su una rivista italiana a pagamento: come se l’editoriale, scorciato e corretto, fosse finito nella cronaca di Frosinone dell’Eco della Ciociaria. Dal cap. 3: Canto diurno di un Autore Errante, ovvero come farsi pubblicare un articolo scientifico. La lettura scientifica e il cerchio della vita I motivi per cui si legge un articolo, e il modo in cui lo si legge sono i più vari, ed a volte coincidono con le varie fasi della vita. Dal cap. 4. Intellettuale e semianalfabeta, ovvero come e perché leggere un articolo scientifico. Padri e Figli Il maestro e l’allievo hanno tipicamente una relazione intellettuale molto stretta. In linea teorica, la maggiore esperienza e il potere organizzativo del maestro andrebbero messi al servizio delle idee dell’allievo, secondo lo schema comportamentale fissato in una celebre terzina di Dante:”Facesti come quei che va di notte, che porta lume dietro, e s non giova, ma dopo s fa le persone dotte” (Dante, Purgatorio, XXII, 67-69) Dal cap. 7. La carezza del diavolo, ovvero come diventare l’allievo prediletto. |