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Cercare di nuovo

 
 
copertina del libro Guida alla ricerca clinicaNessuno che lavori in ambito clinico penso abbia oggi dubbi sull’importanza della ricerca. Tuttavia, l’atteggiamento verso la stessa, anche da parte di chi opera in ambito sanitario, può essere ambivalente. Quanti ne sono direttamente e regolarmente coinvolti, ne conoscono le procedure, la terminologia, i protocolli, i disegni sperimentali, il ruolo del consenso informato, oppure l’importanza di individuare il razionale scientifico e gli obiettivi della ricerca stessa.

Quanti invece ne rimangono al di fuori, pur operando in ambito sanitario o intendendosi avvicinare, quanto realmente ne comprendono? Non è sempre facile, anche nell’era di internet e della conoscenza diffusa e condivisa, chiarirsi le idee rispetto a problematiche che, in ogni caso, richiedono non solo forme di pratica, ma soprattutto di apprendimento, attraverso testi e manualistica adeguati. Viviamo nell’era del cambiamento, dell’incertezza e, se da una parte ciò può produrre ansia, dall’altra proprio tali momenti si rivelano opportuni per puntare al miglioramento e all’innovazione. Anche in ambito clinico.

Il termine ricerca, nella sua radice etimologica, sta proprio a significare "cercare di nuovo", trovare quindi nuove soluzioni, opportunità e metodi migliori per affrontare un problema. "II cambiamento è dunque una sfida per tutti noi – scrive Laura Fabrizio, presidente della Società italiana di Farmacia ospedaliera e dei Servizi farmaceutici delle aziende sanitarie – sia perché gli utenti del Servizio sanitario sono sempre più attenti e consapevoli dei propri diritti, sia perché la nostra è sempre più una professione che si muove in un’ottica ‘di sistema’ e, per le sue innumerevoli connessioni con l’economia, la bioetica, la giurisprudenza, la politica, il governo dei medicinali e dei dispositivi medici, non può prescindere dalla quotidiana valutazione dell’opportunità del rinnovarsi".

Si tratta di un concetto importante e va ulteriormente sottolineato. La ricerca, soprattutto in ambito sanitario, non può e non deve essere svolta in modo episodico, in funzione delle opportunità e delle occasioni, anche di carattere economico, che si possono presentare all’orizzonte. L’innovazione, in medicina e in ambito clinico, necessitano di attenzione e impegno regolari. Quotidiani, appunto. Altrimenti non possiamo parlare di innovazione n, tantomeno, di ricerca.

Certo, la ricerca costa: innovare, costa. Ma senza investimenti importanti, sia in termini economici che di cervelli adeguatamente nutriti, non solo innovazione e ricerca non nascono. Sono morte e sepolte ancora prima di vedere la luce. E nei risultati della ricerca clinica attuale deve necessariamente venire inclusa anche la percezione benessere individuale (il concetto di subjective well-being, con i relativi indicatori SWB, non "esclusivamente" se un farmaco o una procedura terapeutica siano efficaci o meno).

Sulla base del recente testo editato dal Pensiero Scientifico (Ugo Lancia, Guida alla ricerca clinica) queste pagine arricchiscono il suddetto manuale con una serie di risorse e appendici linkografiche. Vale a dire: linee-guida ICH; normativa italiana; protocollo di studio interventistico; scheda informativa e consenso informato; dossier dello sperimentatore. Per chi intenda introdursi nelle logiche della ricerca clinica, il consiglio è: visitate assolutamente queste pagine web. Vi troverete materiali veramente importanti e ben fatti.

Come lo è, del resto, il suddetto manuale, indirizzato a medici, personale qualificato dell’Azienda farmaceutica, ricercatori clinici affiliati a organizzazioni universitarie, pubbliche o private, a farmacisti ospedalieri e dei Servizi farmaceutici delle Asl, nonch a membri dei comitati etici, psicologi, studiosi e cultori dei metodi di ricerca.

 

19 maggio 2010

Recensione pubblicata su Riabilitazione Oggi, Aprile 2010, 4: 27.

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