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Consumatori esigenti con gusto

 
 

Intervista a Carlo Cannella, direttore della Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione, Università "La Sapienza" di Roma, autore del libro "Dal cibo per tutti agli alimenti personalizzati".

Dalla food security alla food safety,fino alla sicurezza alimentare e nutrizionale: questo, in sintesi, il tema del suo volume "Dal cibo per tutti agli alimenti personalizzati". Ma domani mangeremo meglio o peggio di oggi?

Meglio di oggi perché la produzione alimentare si arricchi­sce ogni giorno dei risultati della ricerca in nutrizio­ne e sulle tecnologie alimentari. Il progresso è len­to e tortuoso e deve tener conto che l’industria deve incrementare le vendite offrendo una gamma di prodotti sempre più ampia e dalle caratteristiche sempre più seducenti. Si tratta, però, molto spesso di promesse basate su risultati in vitro e assai rara­mente di fatti dimostrabili in vivo ed in particolare sull’organismo umano. Il consumatore dal canto suo ha imparato, sia per la propria esperienza che per le campagne di educazione alimentare, che non può mangiare di tutto e di più, soprattutto quando il suo stile di vita diventa sempre più se­dentario.

Lo hanno imparato anche i sistemi sanitari dei paesi occidentali che si stanno attrezzando per prevenire il dilagare dell’obesità e del sovrappeso…

Dopo l’orgia di consumi che ha seguito l’immen­sa disponibilità di alimenti resa possibile dall’indu­stria, e che ha portato all’appiattimento dei consu­mi e al dilagare di sovrappeso e obesità, è arrivato il momento di scegliere qualità più alta e quantità più basse. Se all’arrivo della prima ondata di cibo dopo le ristrettezze del secolo scorso, un po’ tutti ci siamo comportati come "gente appena arricchita", è finalmente arrivato il momento in cui possiamo permetterci il gusto e dobbiamo avere la consape­volezza degli "arricchiti di seconda generazione". La chiave, è nelle mani di noi consu­matori che dobbiamo iniziare ad esercitare un maggior "auto­controllo" nella scelta, di fronte alla diversificazio­ne dell’offerta alimentare che l’industria ci propone per realizzare il suo "business".

Quindi dovremmo assumere un ruolo attivo nel mercato alimentare?

Non sottovalutiamo che il controllo delle produzioni e dei processi di trasformazione, e so­prattutto la divulgazione di tali risultati, renderà i consumatori più sicuri nella scelta che sarà sem­pre meno condizionata dal timore di sofisticazioni e adulterazioni, che però difficilmente potranno scomparire in un settore di grande rilevanza eco­nomica quale quello alimentare. Un consumatore informato sarà anche sempre più esigente, fino a dettare le regole del gioco, in­vece di essere solo uno spettatore passivo e, a vol­te, anche inconsciamente succube. Negli ultimi 50 anni sono cambiati gli obiettivi e le prospettive…

Cioè?

Se in passato l’industria alimentare – offrendo un’ampia scelta di cibo pei tutti – poteva dettare le regole del gioco, oggi utiliz­zando gli strumenti di comunicazione e di divulga­zione deve aspirare a formare dei consumatori consapevoli delle proprie scelte alimentari e delle implicazioni che hanno per la salute ed il benesse­re psicofisico. Sempre più i consumatori legge­ranno le etichette dei cibi per capire se l’alimento che stanno acquistando serve a soddisfare le loro necessità non tanto nutritive quanto di sicurezza, o serve piuttosto a placa­re un impulso consumistico, spesso determinato da una appropriata campagna promozionale.

Ma dietro le etichette nutrizionale non potrebbero nascondersi dei tranelli dell’industria alimentare?

No, se il consumatore sarà sempre più esigente e informato. In tal caso, l’industria alimentare sentirà l’esigen­za di scrivere le etichette per informare il consuma­tore piuttosto che per vendere e/o rispettare una normativa, con un linguaggio più semplice indicando i fatti (nutrizionali) per consentire un corretto utilizzo dell’alimento nelle quantità (porzioni) che sono compatibili con il mutare dello stile di vita.

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una medicalizzazione del cibo: l’industria dell’alimentazione sforna formule per il mantenimento della salute e la promozione del well-being.  Quale rischio corre il cittadino-consumatore?

Ogni alimento ha una sua funzione biologica e fisiologica ed il problema sta nel realizzare un regime alimentare in cui queste funzioni siano sinergiche al mantenimento dello stato di salute e non antagoniste. Questo rischio si corre ogni qualvolta venga favorito il consumo di questo o quell’alimento "funzionale", o presunto tale, estremizzando la corsa verso il benessere (well-being) ad oltranza, dimenticando un concetto fondamentale: solo l’alimentazione nella sua globa­lità è "funzionale", cioè protettiva dello stato di sa­lute. Se non si tiene conto di ciò, qualsiasi alimento proposto, più o meno "portentoso" che sia, non può che ostacolare la rincorsa alla salute con effet­to… disfunzionale!

 

21 marzo 2007

Professore ordinario di Scienza dell’Alimentazione presso l’Università "La Sapienza" di Roma, dove dirige la Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione, Carlo Cannella svolge intensa attività di ricerca e di consulenza nel settore agroalimentare. Inoltre, è attivamente impegnato nella divulgazione scientifica; è consulente di trasmissioni televisive quali "Superquark" di Piero Angela e il "TG2 Salute" diretto da Luciano Onder. Per il Pensiero Scientifico Editore ha scritto "Alimentazione e nutrizione umana" insieme ad Aldo Mariani Costantini e Gianni Tomassi e "Dal cibo per tutti agli alimenti personalizzati" insieme ad Anna Maria Giusti e Alessandro Pinto.

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