In primo piano
Contro lo stigma. Sì, ma come?
Lottare contro lo Stigma: basterebbe un "pareggio" |
Massimo Casacchia, direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università de L’Aquila |
Nel 1996 la World Psychiatric Association (WPA) ha intrapreso un programma per combattere lo stigma e la discriminazione a causa della schizofrenia: a che punto siamo?
Il programma per combattere lo stigma promosso dalla WPA prevedeva una forte diffusione in tutto il mondo, grazie anche all’impegno personale di Norman Sartorius che con la sua autorevolezza scientifica, si è fatto paladino del programma dal titolo significativo "Open the door". Più di 14 paesi nel mondo sono coinvolti in programmi nazionali che si ispirano profondamente al protocollo di intervento suggerito dalla WPA; anche in Italia il programma ha preso piede. Ad esempio il gruppo di Brescia, coordinato dalla dottoressa Rosaria Pioli, è stato il primo gruppo italiano ad aderire al programma internazionale seguito successivamente dal gruppo de L’Aquila coordinato dal me. A proposito di Stigma, dal 3-6 maggio a Roma si svolge l’incontro dell’Associazione Italiana Lotta Allo Stigma (AILAS). Che effetto le fa vedere lo Stigma come una parola d’ordine in un incontro che sembra dare troppo ampio spazio all’approccio farmacologico per la cura dei disturbi psichiatrici? In realtà l’Associazione Italiana Lotta Allo Stigma (AILAS), coordinata dal professor Tatarelli, col tempo si è ingrandita e la parola d’ordine "Lotta allo Stigma" ha assunto un significato implicito e di sfondo ad iniziative formative promosse dall’associazione con l’intento di aumentare la competenza diagnostica, valutativa e farmacologica di chi opera nel campo della salute mentale. Quali sono i punti salienti di questo incontro? I punti salienti del Congresso rispecchiano un evento ricco di percorsi formativi, simposi, addestramenti speciali e eventi sociali, ma sicuramente le iniziative specifiche e dirette allo lotta contro lo stigma nei confronti delle malattie mentali forse si sono perse in un programma troppo vasto. Volendo fare un bilancio sul programma della WPA, gli strumenti utilizzati dal programma quali si sono rivelati i più efficaci? Va dato atto invece al programma della WPA e al libro "Schizofrenia e cittadinanza", di aver stimolato molti servizi a formare, sulla base del suggerimento del manuale operativo "gruppi promotori" di iniziative concrete contro lo Stigma costituiti da professionisti, giornalisti, membri influenti della Comunità… Quali i progetti contro lo Stigma in atti nei diversi contesti? L’interesse nei riguardi della lotta allo stigma è dimostrato dal fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità promuove ogni anno una giornata contro lo Stigma. Inoltre, il Ministero della Sanità ha promosso una "Campagna di comunicazione contro lo stigma nei confronti delle malattie mentali" coordinandosi con il Ministero dell’Istruzione e dell’Università. Questa campagna ha coinvolto, in modo prioritario, il mondo della scuola allo scopo di implementare l’interesse delle Istituzioni scolastiche, nell’ambito dei propri programmi di educazione alla salute, sul tema delle malattie mentali, e inoltre di stimolare la creatività degli studenti e dei docenti per produrre i contenuti dei messaggi comunicativi che sono stati poi utilizzati per la realizzazione del Programma di comunicazione vero e proprio.
C’è molta strada ancora da fare nei servizi di Psichiatria, nella popolazione generale che dovrebbe essere coinvolta in un processo culturale continuativo finalizzato a combattere i diffusi pregiudizi. Come valutare l’efficacia delle iniziative? Un indicatore importante dell’efficacia delle iniziative potrebbe risultare, senza nessun tipo di ironia, nell’aumento di fiori, biglietti augurali, regali, alle persone ricoverate in reparti di Psichiatria dell’Ospedale civile.
3 maggio 2006 |