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Disuguaglianze tra Nord e Sud

Intervista a Rita Campi, Laboratorio per la Salute materno-infantile, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri“, Milano, autrice insieme a Maurizio Bonati di “Nascere e crescere oggi in Italia

Come è nata l’idea di “Nascere e crescere oggi in Italia“? Cosa ha significato per lei curare questo libro?

“Nascere e crescere oggi in Italia” nasce dall’esigenza di avere un testo maneggevole e di facile consultazione dove raccogliere per temi i dati disponibili sulla salute materno-infantile disaggregati per regione. Il libro vuole essere anche uno strumento di lavoro per noi autori e per chi come noi opera nell’ambito della salute pubblica e della programmazione sanitaria. Curare questo libro ha significato per me un continuo lavoro di ricerca, raccolta e aggiornamento dei dati rappresentativi delle singole realtà regionali, e chi lavora in questo ambito sa perfettamente che non è semplice in Italia disporre di dati uniformi, comparabili e disaggregati.

Nascere e crescere oggi in Italia” è una raccolta commentata di dati e cifre della salute materno-infantili nelle regioni italiane, una sorta di vital statistics. È forse una raccolta che mancava nelle biblioteca medico-scientifica italiana? Se sì perché?

Sicuramente è una raccolta che mancava. A differenza di quanto succede in altre nazioni, come ad esempio nel Regno Unito e in USA, dove periodicamente vengono pubblicate questo tipo di statistiche dinamiche sulla salute materno-infantile, in Italia questa iniziativa è affidata ad iniziative campionarie. Questo volume rappresenta quindi un archivio unico di dati in Italia.

Raccogliere i dati nazionali sulla salute della popolazione pediatrica e ordinarli per regione vi ha permesso di mettere in luce delle disuguaglianze regionali e locali dell’Italia. Come interpretarle?

I nove capitoli di questo libro toccano i temi più rilevanti della salute materno-infantile, che caratterizzano le disuguaglianze nella mortalità infantile e in età pediatrica, nell’ospedalizzazione e nell’assistenza sanitaria, ma anche nell’educazione e nei servizi all’educazione e nell’istituzionalizzazione. Queste differenze sono attribuibili a una mancanza di uniformità nell’offerta e nell’accesso dei servizi sanitari tra le diverse realtà locali, dovuta ai modelli organizzativi adottati dalle varie regioni che non utilizzano concretamente le risorse disponibili per la necessità del bambino e della famiglia. Parte di queste differenze sono anche spiegate dai diversi fattori ambientali e culturali che caratterizzano le realtà locali.

Tali disuguaglianze tra Nord e Sud come si ripercuotono sulle condizioni di salute dei bambini? e sulle quelle delle donne in che hanno avuta una gravidanza?

Sicuramente una forte disuguaglianza territoriale tra Nord e Sud continua a connotare la mortalità infantile con un forte svantaggio per il Sud. Nascono più bambini nel meridione ma in questa parte dell’Italia anche la mortalità neonatale è più elevata: nascere oggi in Sicilia e Calabria significa avere un rischio 3-5 volte più alto di morire. Anche per quanto riguarda la mobilità ospedaliera le regioni del Sud d’Italia si caratterizzano per il più alto indice di fuga, mentre quelle con il più alto indice di attrazione – in particolare Liguria e Lazio – potrebbero spiegare la presenza in queste regioni di due ospedali ad alta specializzazione.
Per quanto riguarda le mamme, l’Italia è al primo posto in Europa per l’aumento di parti cesarei, più frequenti al Sud e nelle strutture private. Le motivazioni di questa situazione potrebbero essere un aumento dell’età al primo parto, ma sicuramente anche un intreccio di fattori organizzativi e culturali all’interno degli ospedali che diversificano territorialmente l’Italia. Anche le cure perinatali differerenziano il nostro Paese, un più elevato rischio riproduttivo per una più bassa qualità di vita e di salute per le popolazioni meridionali.

Nascere e crescere oggi in Italia” vuole essere un libro di consultazione o uno strumento di lavoro?

Uno strumento di lavoro per tutti coloro che operano nel settore dell’infanzia e che ci aiuti a capire le ragioni di molti temi ignorati che caratterizzano le disuguaglianze regionali e locali dell’Italia.

 

4 maggio 2005

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