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E gli integratori non servono…

E gli integratori non servono…

 
 
Quali sono le cose importanti per impostare una corretta dieta nello sportivo?

Prima di tutto bisogna conoscere lo sport, così da valutare il momento in cui intervenire. Per impostare un buon programma di alimentazione di uno sportivo, è fondamentale avere il programma dell’allenamento, così da decidere l’intervento nutrizionale più corretto. Dobbiamo infatti, distinguere due momenti fondamentali: l’alimentazione della fase dell’allenamento, che è una dieta "normale", ma adattata al maggiore dispendio energetico, se c’è (un conto è il maratoneta, un altro chi fa il sollevamento pesi, un altro ancora chi fa il tiro a segno: sono situazioni con un livello di dispendio energetico molto diverso) e l’alimentazione per preparare l’atleta all’evento gara. In taluni sport, si arriva a raggiungere un apporto di carboidrati improponibile per la popolazione generale, cioè fino al 75-80%; in altri casi, come per esempio nella finale dei 100 metri olimpici, negli 8-9 secondi della gara, gli atleti non avranno bisogno di molti carboidrati; ma è chiaro che, nella fase di preparazione, per arrivare a fare quei tempi, l’allenamento ha richiesto una particolare attenzione verso le specifiche esigenze energetiche.
Inoltre, è importante non squilibrare la dieta con apporti eccessivi di proteine, che poi, è l’errore che fanno quasi tutti gli sportivi, penalizzando la quota di carboidrati, di cui invece, avrebbero maggior bisogno. Infine, quasi mai serve ricorrere agli integratori: se si conoscono bene gli alimenti, anche quelli di uso meno comune nelle nostra tradizione gastronomica, più conosciuti, invece, dai vegetariani, con un valore nutrizionale molto alto, si ottengono ottimi risultati nella dieta dello sportivo.

Dottor Giampietro, lei è autore di L’alimentazione per l’esercizio fisico e lo sport: a chi si rivolge il suo libro?

La presunzione sarebbe quella di dire che il libro serve a tutti, almeno, a più categorie: dietologi, dietisti, medici di medicina generale e pediatri di base, ma anche atleti e istruttori sportivi. Il volume è stato scritto con una finalità precisa: comunicare in modo semplice i principi generali della nutrizione a chi questi principi li conosce meno, cioè ai professionisti del settore dello sport e parallelamente, comunicare i principi di dietetica applicati all’esercizio fisico e quindi, far conoscere lo sport a chi conosce meno questo campo; quindi, nutrizionisti e dietisti. Dalla fusione di questi due obiettivi è nato il libro, che è suddiviso appunto, in due sezioni principali. Ne è venuto fuori un libro che può andare bene anche come testo di introduzione alla scienza dell’alimentazione, anche nella patologia, a prescindere dall’interesse specifico della dietetica applicata all’esercizio fisico e allo sport.

Anche chi va in palestra due volte alla settimana può essere definito uno sportivo?

Lo sportivo che si limita a fare attività anche tre volte a settimana in palestra anche di un paio d’ore, sostanzialmente corregge la sedentarietà di tutta la sua vita, pertanto questa tipologia di utente non può essere considerata uno sportivo con bisogni nutrizionali specifici rispetto alla popolazione generale; semmai, è la popolazione generale che non fa questo tipo di attività fisica che dovrebbe essere considerata così poco attiva da dover controllare l’alimentazione. Lo sportivo che merita qualche attenzione in più dal punto di vista dell’alimentazione è chi fa allenamento almeno quattro/cinque volte a settimana.

La dieta mediterranea va bene anche per gli atleti?

Quella mediterranea è una dieta che ci aiuta veramente a stare in salute, ma se messa in pratica con quel grande apporto di alimenti di origine vegetale che essa prevede. È una dieta con un basso apporto di carne e di alimenti di origine animale e fa bene allo sportivo: perché fa bene alla salute e perché è ricca di carboidrati, necessari per le discipline di destrezza, per quelle di velocità e per quelle che prevedono uno sforzo costante e a lungo.

17 giugno 2009

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