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E-Health: il computer lo so usare, e ora?

E-Health: il computer lo so usare, e ora?

 
 
copertina del libro E-health e medici di assistenza primaria in ItaliaPerch la Federazione Italiana di Famiglia (FIMMG) ha deciso di condurre un’indagine sull’utilizzo del computer da parte del medico di famiglia?
Perch in un momento nel quale la medicina territoriale e, in particolare, quella generale evolvono verso una forma di erogazione integrata nell’attività assistenziale, è fondamentale sapere se, quanto e come lo strumento informatico viene utilizzato dalla categoria. Importanza e attualità di questo argomento sono confermate dal fatto che indagini sull’utilizzo di strumenti informatici nella professione vengono condotte in tutti i paesi del mondo. Evidentemente, tutti sono interessati a sapere e capire – e si presuppone sapendo – a programmare coerentemente un sistema di e-Health, che sia veicolo di integrazione operativa tra i diversi livelli e servizi dei sistemi assistenziali. Dalla ricerca della FIMMG, che ha coinvolto anche i pazienti, emerge chiaramente che tanto i medici quanto gli assistiti ritengono che questo tipo di pratica sia utile e favorevole all’assistenza da un punto di vista clinico oltre che organizzativo.

I nostri medici di famiglia sanno usare il computer?
I dati del nostro studio confermano ed ampliano quanto già da noi stessi e da altri indagato, cioè che il medico italiano usa il computer e lo usa anche bene. Quasi tutti sono dotati di computer, stampanti e di un qualche tipo di connessione internet, la maggioranza ha raggiunto competenze informatiche medio-alte nell’uso del computer e di internet; solo un quarto della categoria è relativamente sprovvisto di competenze, soprattutto per l’uso del PC per analisi statistiche. Ma i nostri dati ci dicono anche qualcosa di più e di molto significativo nello scenario dell’e-Health, e cioè che i nostri medici si sono costruiti per lo più da soli una buona competenza nell’uso di computer e stampanti da loro stessi acquistati. Hanno investito in informatica per un duplice motivo: uno perché è un beneficio organizzativo contro l’eccesso della burocrazia, due perché ritengono che garantisca un miglioramento nella erogazione dell’assistenza. In sintesi, i nostri medici hanno investito dal punto di vista dell’hardware e delle loro capacità, si sono autofinanziati; hanno costruito competenze che risultano elevate, in maniera del tutto autonoma per scelta indipendente dal Servizio sanitario nazionale – anzi direi spesso nonostante il Ssn. Sono arrivati da soli dove potevano arrivare.

E ora, arrivati a questo punto?
Ora sono consapevoli che oltre a questo punto non possono andare avanti da soli: il prossimo passo è l’integrazione dei servizi assistenziali che non può esserci senza un coinvolgimento del gestore pubblico. E chiedono che le pubbliche istituzioni li mettano nella condizione – vuoi nel senso di formazione, vuoi nel senso di organizzazione, vuoi nel senso di riconoscimento e incentivazione economica – di muoversi in questa direzione.

I numeri della ricerca saranno presentati al 65° Congresso della FIMMG?
Sì, al congresso presenteremo una sintesi della ricerca. Ma quello che conta sono le conclusioni che si possono trarre dalla lettura e fall’interpretazione dei numeri…

E cioè?
Cioè che i medici di famiglia sono aperti all’innovazione, hanno adottato per propria scelta e per convinzione la tecnologia informatica quale strumento per migliorare l’assistenza medica. Ora è arrivato il momento di fare il salto di qualità verso l’integrazione ma questo non spetta solo a loro perché non può più essere l’individuo che surroga l’istituzione,  ma deve essere l’istituzione che prende consapevolezza di avere a che fare con una categoria matura, formata e disponibile e deve dunque considerarla una risorsa da coltivare ed agevolare e non da depredare. Un altro concetto fondamentale è che proprio perché l’informatizzazione dei medici di famiglia è nata per scelta del singolo e non del servizio, l’utilizzo delle potenzialità informatiche finalizzate all’integrazione e dell’interfacciamento è carente. Ad esempio, il medico di medicina generale utilizza molto internet, ma soprattutto a fini professionali, per aggiornarsi, per trovare materiali per ricerche e per raccogliere notizie in tema di clinica, farmaci e terapie. Perch la tecnologia informatica venga impiegata in un’ottica assistenziale più allargata serve che le pubbliche istituzioni ci mettano del loro… Ed è quanto i medici reclamano: “Noi abbiamo fatto in modo autonomo un percorso di dotazione, formazione ed utilizzo, ora siete voi che dovete darci determinate condizioni”. La FIMMG si augura che le indicazioni della ricerca siano tenute in considerazione dai policy maker a cui spetta il compito di programmare il sistema. Speriamo… Noi forniamo dei dati: è questo il nostro compito, vediamo se daranno i loro frutti. Sarà il futuro a dircelo.

 

6 ottobre 2010

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