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Farsi carico di fragilità

“La notte quando sarò di guardia, andrò a caccia di un’impressione…”. Si propone così il piccolo libro ricco di foto e povero di parole dal titolo Il passo della notte, a cura di Naretto e Vergano (Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2009).

L’introduzione fa riferimento a un sito che pochi medici frequentano. Raccontano storie di una medicina sconosciuta ai non addetti. I modi veri con cui le persone vengono curate e alle quali la tecnologia non è imposta come ostile applicazione pratica di un progresso temibile. Successi ed errori, speranze e tragedie.

Forse la fotografia migliore del nuovo che accoglierà la medicina del prossimo decennio. Finita l’ubriacatura tecnologica e archiviata ogni illusione “alternativa”, la medicina moderna riscopre i valori della relazione e gioca la riconquista della sacralità antica, il dovere di proporsi come arte del curare, farsi carico di fragilità.

Auguri a tutti i medici e gli infermieri che ciò hanno capito e che spendono le proprie notti zoccolando nei corridoi degli ospedali.


Recensione pubblicata sull’inserto “Salute” di La Repubblica, 12 gennaio 2010.

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