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Formazione in trasparenza

 
 

Stefania Manetti, pediatra di base, Quaderni acp, su "Come fare educazione continua in medicina"

Come fare Educazione Continua in MedicinaQuesto libro sul come fare Educazione Continua in Medicina, che gli Autori hanno dedicato a Alex Zanotelli, è diretto agli operatori della salute che hanno l’obbligo deontologico di mettere in pratica conoscenze e competenze per offrire una assistenza qualitativamente buona. Prendersi quindi cura dei propri pazienti con competenze aggiornate, senza conflitti di interesse, in modo da poter essere un buon medico o un buon infermiere. Per poter acquisire queste buone pratiche è necessario, oggi più di ieri, spendere una parte delle proprie energie per la formazione.

Il libro è descritto dagli Autori come un diario di bordo, una guida nel percorso della formazione continua partendo da un’analisi della situazione della salute degli italiani, focalizzando l’attenzione su come le disuguaglianze socio-economiche e culturali siano i principali fattori di rischio per le patologie e su come, quindi, i medici, attori non unici di questo percorso, debbano essere consapevoli dei bisogni di salute dei cittadini e da questi trarre motivazioni per i bisogni formativi dei medici: il che non sempre accade. Una parte è dedicata alla metodologia di apprendimento dell’adulto (andragogia) che deve essere basata su metodi precisi per favorire l’acquisizione di abilità e competenze intellettive, ma anche gestuali e relazionali. Ancora una parte è centrata sulle modalità per rendere efficace un intervento formativo.

Elementi estremamente pratici e utili, sullo stile anglosassone, e quindi proprio per questo molto fruibili. La valutazione di tutte le tappe del processo formativo come risorsa di notevole apprendimento viene affrontata nella parte conclusiva del testo. Anche in questo caso il libro fornisce indicazioni rigorose su come stabilire l’efficacia di ogni percorso formativo. Infine, si affronta il problema delle criticità del finanziamento degli eventi formativi richiamando al senso di responsabilità ed etica i singoli professionisti e le aziende sanitarie che dovrebbero destinare l’1% del monte salari complessivo per le attività di formazione continua.

Un richiamo al rigore, alla sobrietà e alla trasparenza e l’invito alle aziende sanitarie e anche al Ministro della Salute alla collaborazione etica con l’industria del farmaco: la modalità suggerita è la creazione di un blind trust per regolamentare questi rapporti. L’epilogo invita tutti i lettori a impegnarsi anche come singoli operatori a mettere in pratica i suggerimenti proposti: "Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso ".

31 ottobre 2007

 
Recensione pubblicata su Quaderni acp, n. 5, settembre-ottobre 2007, p. 229.

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