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I ragazzi di Lorenzo
I ragazzi di Lorenzo |
Francesco Rigatelli, La Stampa, su Io… dopo, di Lorenzo Spaggiari e i suoi giovani pazienti. |
Giovani che non hanno paura di vivere |
![]() Padre di due figli, Cecilia e Federico, cui è dedicato il libro, Lorenzo Spaggiari è professore associato all’Università di Milano e direttore di Chirurgia toracica all’Istituto europeo di Oncologia fondato da Veronesi. “Proprio il contrasto tra la mia realtà familiare e quella di genitori e bimbi che lottano contro il cancro – spiega – mi ha spinto a lanciare un messaggio a malati e non: ragazzi, approfittate della vita che avete, non drogatevi, non esagerate, impegnatevi!”. Spaggiari, originario di Reggio Emilia, dirige una divisione che cura il cancro soprattutto negli over 60. Ma avendo lavorato prima a Parigi si è occupato molto di bambini e ha voluto continuare a Milano. Le storie che racconta, come quelle in questa pagina, sono vite di ragazzi non sempre a lieto fine che si trovano ricoverati in camere vicine e, come dicono le infermiere, sembrano i nostri fratelli minori. “Stimolano dentro un senso di ingiustizia. Un giovane col cancro dispiace di più”, rivela Spaggiari. “La probabilità negli under 18 è bassissima. Non c’è perché, una causa genetica probabilmente, ma non si sa, è sfortuna. Però più è piccolo e più c’è possibilità di guarire, dunque conta la diagnosi precoce. Ma spesso i sintomi son lievi o vengono trascurati e le forme nei giovani rare e aggressive. Anche il tasso di recidiva è legato ai tempi della diagnosi iniziale”. In ogni caso, bisogna essere ottimisti perché a volte si può guarire. “Dieci anni fa – ricorda Spaggiari – le diagnosi erano tardive, gli interventi aggressivi e debilitanti, venivano amputati arti. Oggi ci sono tecniche mininvasive e si può tornare a una vita normale. La letteratura è piena di racconti simili dei grandi, ma di giovani curati nello stesso posto non si era mai scritto”. |
Compagni di strada |
Eugenio: così sono tornato all’agonismo
Tra scuola, sport e amici, durante il giorno la mamma lo vede solo per pranzo. Eugenio Dal Buono, quasi diciottenne, quarto anno di liceo scientifico a Roma, è appena diventato agonista: “Una volta guarito dalla malattia ho ripreso una vita normale. Ho ricominciato a giocare a calcio e sono appena tornato da una settimana bianca”. Luca, una lotta coraggiosa fino all’ultimo La storia di Luca Cecarini è una delle più commoventi. Non per la sua morte imprevista, pochi giorni fa, dopo la nostra intervista. Quanto per la vita. Milanese, 20 anni, ha perso la mamma a 13 per un tumore. A 18 ha scoperto di averne uno anche lui, diverso, al ginocchio. Dopo una protesi ha subito quattro interventi ai polmoni per metastasi. 26 marzo 2013 |