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Il senso delle parole in sanità

“La parola è per metà di colui che parla, per metà di colui che ascolta.” Michel de Montaigne

Non vuole essere un lemmario. Ma una riflessione sul significato e valore delle parole che prendono vita nella relazione che si instaura tra il medico e il paziente o tra il sistema sanitario e la persona che non può essere definita cliente se la finalità è rispondere ai bisogni della persona e l’obiettivo è il miglioramento della salute. Come spiega Marco Geddes da Filicaia, autore di Cliente, paziente, persona, “la sanità è un mondo di segni, di significati e quindi di parole da ascoltare, da interpretare. Questo libro ne offre una piccola scelta per chi nella sanità lavora e per chi entra in contatto con tale ‘pianeta’.”

“Ho scelto una serie di termini, che mi sono sembrati spesso utilizzati in modo approssimativo, casuale, sbadato proprio in luoghi e occasioni dove ci si confronta con il dolore, la morte, la vita, la speranza, e dove il giusto uso del linguaggio dovrebbe permettere ‘…di avvicinarsi alle cose (presenti o assenti) con discrezione e attenzione e cautela, col rispetto di ciò che le cose (presenti o assenti) comunicano senza parole’”, scrive l’autore nell’Introduzione. Sono termini fra loro associati o contrapposti, di uso quotidiano, ricchi di significati ma che spesso generano fraintendimenti in chi li recepisce e in chi li adopera, anche a causa del contesto in cui vengono utilizzati. Privacy e intimità, debole e fragile, accettazione e presa in carica, qualità e quantità, spreco e sobrietà, obiettivo e bersaglio…

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