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Io e Te, adulto
Io e Te, adulto |
Giovanna Montinari, psicoanalista, Presidente dell’Associazione dei Gruppi Italiani di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Adolescenza (AGIPPsA), co-curatrice di La relazione adolescenti-adulti. Pubblicato su Va’ Pensiero n° 543. |
![]() Il libro nasce da IX Convegno dell’Associazione dei Gruppi Italiani di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Adolescenza (AGIPPsA) che ha messo al centro dell’incontro scientifico la relazione adolescenti e adulti oggi nei diversi contesti in cui si esplica. Da molti anni, oltre che con il bambino, lavoriamo con l’adolescente e siamo sempre più consapevoli che è un lavoro che si esplica su due versanti che devono dialogare tra di loro: l’adolescente e gli adulti intorno a lui. Tale sistema interpersonale è chiamato a rispondere in modo integrato ai bisogni dei suoi interlocutori. Possiamo ipotizzare che l’adolescente sia cambiato alla luce dei nuovi adulti e modelli di funzionamento, che nella società postmoderna hanno superato i princîpi di base fondati sulla continuità e stabilità strutturale a favore delle “reti” e delle “multi-famiglie”. L’adolescente di oggi potrebbe essere più forte dell’adolescente di ieri nel processo di soggettivazione, di appropriazione del proprio corpo che cambia e di separazione dal mondo infantile, perché è più allenato alla gestione della discontinuità e alla gestione delle diverse rappresentazioni di s nel mondo e nelle relazioni affettive. Tuttavia questo cammino verso l’emancipazione e l’adultità è difficile già di per s; in questa fase di crescita della riorganizzazione del s, il bisogno di rispecchiamento diventa molto importante e c’è il bisogno degli altri. L’adolescente di oggi non sempre trova questo aggancio e quindi deve fare un grosso lavoro per mantenere un senso di continuità di se stesso all’interno di una situazione che a volte è vertiginosa perché la discontinuità dello sviluppo puberale si intreccia e si interseca con la discontinuità dei garanti sociali in cui vive. Questo rende in un certo senso il cammino più difficile ammesso che si possa fare una graduatoria tra ieri e oggi (ogni generazione ha i suoi tormentoni, pensiamo ai conflitti che ci sono stati nel ’68 con tutti gli avanzamenti che ha comportato ma anche con l’effetto di sconcerto di un’intera generazione di adulti. Oggi il tema della discontinuità e della varietà dei garanti psichici nel loro statuto può avere delle derive molto patologiche e comunque molto disfunzionali, quali gli attacchi di panico, al corpo e la mancanza di una integrazione sociale matura e differenziata. Anche l’identità sessuale sembra più una minaccia e assistiamo a sviluppi sessuali incerti e confusi, si può parlare di omofilie o di omesessualità di contiguità, cioè di relazioni tese alla fusionalità rassicurante piuttosto che all’esplorazione dell’altro come occasione di crescita e conoscenza. Quindi diventa molto complesso questo doppio lavoro tra interno ed esterno, che già l’adolescente, proprio per la specificità della fase che attraversa, si trova a fare e può accadere che il processo di soggettivazione si blocchi e prenda percorsi distorti e patologici. L’ambiente è il terreno dove nascono i problemi dell’adolescente. Ma è l’ambiente stesso dove intervenire per prendersi cura dell’adolescente. Voi come Associazione, come vi proponete di intervenire per dare un sostegno per una crescita sana dell’adulto? Per ambiente possiamo intendere sia il mondo interno degli affetti e delle rappresentazioni che il mondo affettivo rappresentato dalla famiglia e dal gruppo dei pari. Questi sono aspetti complementari che nell’ambito della cura psicologica possono tornare a interagire costruttivamente. Con questa pubblicazione cerchiamo far capire l’importanza di avere degli strumenti professionali elastici e molto diversificati, che vanno dagli interventi terapeutici propriamente detti come il colloquio psicologico e il lavoro di counselling con i genitori, alla possibilità di attivare dei dispositivi di lavoro nei contesti di vita intra ed extra-familiari dell’adolescente. Mi riferisco alla scuola (che nel libro viene trattato dal pedagogista Giorgio Blandino e dal terapeuta Fabio Vanni) e ai contesti terapeutici extra familiari come la cooperativa “Rifornimento in volo” che realizza interventi di prevenzione e trattamento del disagio psicologico e sociale attraverso attività di consultazione, psicoterapia individuale e di gruppo, e attività che lavorano non tanto sulla psicopatologia ma sulla parte evolutiva dei ragazzi. La cooperativa organizza infatti una serie di laboratori di aiuto (come ad esempio sulla metodologia dello studio: come fare i compiti e con quale stato d’animo), per sostenere ambienti nei quali i ragazzi possano trovare il piacere di pensare e di svolgere compiti evolutivi che poi gli permetteranno di essere autonomi. Nel sistema di cura è comune parlare del mondo dell’infanzia e quello degli adulti e meno frequentemente di quello degli adolescenti. Quanto è recente l’attenzione a questa delicata fase della vita e al disagio adolescenziale? Ci troviamo di fronte a un problema tutto italiano che riscontriamo anche in altri ambiti della salute. La cultura italiana in ambito infantile ha radici profonde, e solo più tardivamente si è rivolta agli adolescenti come pazienti psicologici (in passato l’attenzione era più sulla devianza adolescenziale). La cultura pedagogica, filosofica e sociologica ha sempre avuto grande attenzione nello sviluppo delle giovani menti e giovani generazioni. Mentre la cultura psicoanalitica è più recente: in Italia la neuropsichiatria infantile nasce con Giovanni Bollea negli anni Cinquanta, con l’inaugurazione della specializzazione in neuropsichiatria infantile che includeva anche l’adolescenza. Si creò tuttavia un divario tecnico fra infanzia e adolescenza che oggi è abbastanza superato perché la psicoanalisi dell’adolescenza conta ormai trent’anni di studi e attività. Non ci manca il materiale di studio e insegnamento: Massimo Ammaniti ha prima tradotto il manuale francese di psicopatologia dell’adolescenza, il famoso Marcelli e Bracconier e poi ha pubblicato un manuale italiano rivisitando gli autori nazionali e internazionali. Quindi non possiamo dire di essere indietro rispetto ad altri paesi europei. Oggi il problema è colmare il divario esistente, e forse strutturale al nostro funzionamento, tra gli investimenti in risorse sperimentali e il considerare la psichiatria e i settori della salute mentale primari e non i primi ad essere tagliati e ridotti.
È auspicabile che ci sia una continuità dei meeting dell’AGIPPsA e del lavoro di raccogliere in un volume una selezione della rappresentatività nazionale unita anche alla qualità del contributo scientifico. I lavori di cui disponiamo sono parecchi e questo ci permette di avere molta scelta e di fare un buon volume. Penso sia importante mantenere una continuità di queste “perle” con una collana editoriale che rappresentano un’importante e forse unica risorsa in questo ambito specifico della psicoanalisi. L’adolescente prende corpo è interessante non solo per l’aspetto della psicopatologia dell’adolescente e dello sviluppo ma anche perché apre al concetto di rischio dell’adolescente in modo innovativo differenziandosi da una trattazione allarmistica o sensazionalista. Anche La relazione adolescenti-adulti entra nel merito di un tema attuale trattato spesso con tono lamentevole ed allarmista, volendo far capire lo sviluppo della cultura e dei modelli di intervento nel lavoro con gli adolescenti nei diversi contesti e far capire quanto i colleghi lavorano in modo capillare in tutta Italia, dalla comunità terapeutica per i ragazzi più patologici, alle attività di bassa soglia ai quali i ragazzi possono attingere in modo autoriferito o comunque in modo più semplice nell’ambito delle loro vite in famiglia. 24 ottobre 2012 |