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Le erbe “naturali”, tra il dire e il mangiare

Perché questo libro?

Per fare chiarezza sui reali benefici di alimenti ed erbe “naturali”, largamente consumati per le loro proprietà salutistiche.

A chi si rivolge?

A tutti gli operatori sanitari che si occupano di nutrizione e fitoterapia (medici, biologi, farmacisti, erboristi, fitoterapeuti, ecc.), ma anche al lettore comune per il linguaggio divulgativo con cui è stato scritto.

Quali sono i punti di forza del libro?

Pensando allo specialista:

  1. il rigore scientifico che è stato adottato nel prendere in considerazione i risultati della ricerca riguardo gli alimenti e le erbe considerati e nel definirne, di conseguenza, la reale efficacia salutistica;
  2. la possibilità di conoscere la descrizione dei meccanismi mediante i quali si esplica l’azione salutistica dei diversi alimenti/erbe per poterne meglio sfruttare le potenzialità terapeutiche.

Pensando al lettore comune:

  1. conoscere cosa la scienza dice delle molte leggende e miti che ruotano intorno a diversi alimenti/erbe;
  2. riuscire a capire meglio perché, nella maggior parte dei casi, è difficile poter dire, in maniera assoluta, “questo fa bene, quest’altro fa male”.

Integratore alimentare, preparato erboristico: quali sono le differenze e cosa contengono?

L’“integratore alimentare” (dicitura riportata in etichetta) può contenere proteine, vitamine, minerali, grassi, fibre, eccetera e/o una serie di piante utilizzabili a scopo salutistico: è possibile acquistarlo liberamente in erboristeria, farmacia, ma anche al supermercato sotto forma di compresse, capsule o polveri. Il preparato erboristico può anche essere acquistato, sfuso, in erboristeria, per preparare la classica tisana o infuso oppure sotto forma di preparazioni più specifiche (tinture, estratti, oli essenziali).

Esistono alimenti miracolosi ed elisir di lunga vita?

Purtroppo no. Esistono però tutta una serie di alimenti che, alla luce delle ultime evidenze scientifiche, possono darci un importante aiuto per mantenere un buono stato di salute.

Come utilizzare le erbe in sicurezza?

Sicuramente bisogna tenere presente che alcune erbe possono interferire con l’azione di determinati farmaci. Dunque, quando si è in terapia farmacologica, è bene consultare sempre un professionista prima di utilizzare un integratore a base di piante medicinali. Anche in gravidanza e nell’allattamento è sempre opportuno chiedere il parere del proprio medico prima di utilizzare piante medicinali o integratori di qualsiasi tipo.

Qualche esempio emblematico in questo senso?

L’iperico e il ginseng, sono esempi efficaci, soprattutto perché di largo uso.
L’iperico è utilizzato per migliorare uno stato di lieve-media depressione, ma bisogna far attenzione perché può interagire con diversi farmaci (ciclosporina, contraccettivi orali, irinotecano, indinavir, digossina, anticoagulanti).
Si può arrivare al caso limite di una donna che, assumendo contraccettivi orali, e pensando di “risolvere” naturalmente una lieve depressione con l’uso dell’iperico, rimanga incinta, appunto per l“interferenza” iperico-farmaci.

Analogamente, può non essere opportuno associare al ginseng l’assunzione di altri stimolanti, come per esempio la caffeina. Nei soggetti sensibili può verificarsi una sovrastimolazione: tutto ciò avviene, di norma, ai dosaggi più elevati. In caso di persone con ipertensione, il ginseng è da evitare. Inoltre, l’assunzione di preparati a base di ginseng potrebbe interferire con l’azione di farmaci inibitori delle monoamino-ossidasi. Anche in caso di assunzione di anticoagulanti (ad esempio warfarin) è bene prestare una particolare attenzione. Nel caso di pazienti con diabete mellito di tipo 2, assumere ginseng solo sotto controllo medico.

A chi si dovrebbe rivolgere il “consumatore” per sentirsi tutelato?

Il medico esperto di fitoterapia, il farmacista e l’erborista (meglio se laureato) sono gli interlocutori privilegiati a cui il consumatore deve rivolgersi, evitando acquisti fai-da-te al supermercato o, peggio, tramite internet.


Recensione pubblicata su Ricerca & Pratica, 2011; 27: 108.

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