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Occhio al “conto corrente” radiologico
Nessuna persona di buon senso può mettere in discussione i miracolosi benefici della diagnostica per immagini nella medicina contemporanea. Ma il Rinascimento dell’imaging è diventato il Barocco del tutto e a tutti, e produce costi insostenibili. L’imaging – l’ancella della clinica – è diventata la serva padrona: si siede a tavola, ordina, decide. È bene che torni in cucina, con discrezione, al suo ruolo fondamentale ma appunto servile rispetto alla clinica.
Per trasformare le corsie e i laboratori in posti più sicuri per medici e pazienti è necessaria una transizione culturale, dalla cultura dello spreco alla cultura della responsabilità dove ogni rischio inutile è inaccettabile. Semplici valutazioni da fare dal momento della scelta se prescrivere o meno un esame di imaging fino alla sua esecuzione. Prima dell’esame radiologico nel bilancio rischio-beneficio deve essere valutata la dose di riferimento degli esami che si prescrivono includendo il rischio di cancro che è proporzionale alla dose erogata. Durante l’esame, è necessario sorvegliare che la dose radiologica sia la minore possibile, compatibilmente con l’ottenimento dell’informazione desiderata. Dopo l’esame, dovrebbe diventare obbligatoria la registrazione della dose effettivamente ricevuta dal paziente, che va ad accumularsi sul suo conto corrente radiologico. Gradualmente ma inesorabilmente, le antiche irresponsabilità e negligenza saranno rimpiazzate dalla cultura della sicurezza e della giustificazione radiologica: è il modo migliore per ottenere un’efficace prevenzione primaria di cancro di fronte a una medicina che premia i volumi ma non l’appropriatezza e la qualità. Tutto questo nel Sillabario di radioprotezione per cardiologi di Eugenio Picano. Un libro essenziale per un uso delle radiazioni mirato e ottimizzato e non più irresponsabile. Per diventare medici migliori, pazienti più protetti e cittadini più garantiti. 30 ottobre 2013 |