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Per navigare (meglio) dentro il mondo

Per navigare (meglio) dentro il mondo

 
 
copertina del libro come usare meglio googleLa prima cosa bella che ci regala il libro è una frase in un angolino in basso a sinistra della prima pagina di copertina: "Nessun redattore è stato maltrattato durante la lavorazione di questo volume". Poi, con un piccolo appunto, con stile da correttore di bozze manuale, appare la nota: "Un solo redattore è stato maltrattato durante la lavorazione di questo volume". E già qui sembrerebbe una contraddizione, perché si parla di Google ed i correttori elettronici cancellano ed incollano. A meno che non si voglia lasciar vedere la parola che c’era prima della correzione. Questo significa mandare un segnale, un’informazione in più del cancellare. Allora, grazie anche al redattore per questo ottimo lavoro.

Ma questo è solo un mio divagare su un argomento che non è il contenuto del libro, ma è il "fare il libro". Allora: finalmente ho trovato qualcuno che è riuscito a dare corpo e a scrivere alcun cose che mi vergognavo di confessare, cioè che anch’io nelle mie ricerche bibliografiche e scientifiche utilizzo più Google che non specifici programmi o banche dati. Ho avuto una formazione rigida su questo argomento, sia in Italia che in Spagna e negli USA: si usano le banche dati specializzate, i motori dedicati, i centri di informazione indipendenti, quelli invece dipendenti, e così via. Guai ad usare sistemi non specializzati.
Però, con l’esperienza, ho capito che questi sistemi specializzati sono troppo rigidi, formali e freddi. Non lasciano alcuno spazio, non alla fantasia, ma al ragionamento. Le Grandi Banche Dati hanno il tasto metanalisi, il tasto review, il tasto brochure per la Commissione Prontuario, il tasto ricerca intelligente, ed infine il tasto… l’intelligenza non serve, tanto è tutto pronto. Intendiamoci, sono un grande strumento e rappresentano il mondo scientifico. Google rappresenta invece il mondo (punto e basta).

Ecco perché nelle mie ricerche uso moltissimo anche Google. Perch in Google c’è più aria, ci sono più voci, circolano tante idee e quindi diventa necessario muoversi, capire, mettere insieme tutti questi segnali, forse un po’ disordinati, ma importanti. Insomma un po’ come lo snowboard rispetto al telemark, lo skateboard rispetto ai pattini a rotelle.

A volte lo uso anche solo per aggirare il monopolio degli articoli a pagamento. Sulla Grande Banca Dati delle riviste gli articoli si pagano, spesso salati (diciamo 2$ a pagina), ma muovendosi bene con Google, trovi lo stesso articolo anche da stampare gratis.
Alla fine, usare e conoscere Google diventa un po’ come giocare a scacchi: devi trovare le giuste parole chiave, capire dai risultati come muoversi per le chiavi successive e alla fine i risultati non mancheranno. È un gioco di strategie.

In sintesi, il libro ci porta in questo mondo di Google e chi spiega queste cose ci fa capire tutte le possibilità e le applicazioni che possiamo trovare. Anche per il nostro lavoro scientifico, magari abbinando alla ricerca "classica" anche una ricerca più spigliata: sta a noi poi, metterle insieme e valutare.

 

3 febbraio 2010

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