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Prevenzione secondaria dell'ictus: una scuola basata sulle evidenze

Come è nata l’idea di una Guida formativa per la prevenzione secondaria degli accidenti cerebrovascolari?

La Guida formativa per la prevenzione secondaria degli accidenti cerebrovascolari è il prodotto di una iniziativa promossa dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, di concerto con l’agenzia sanitaria e sociale regionale dell’Emilia-Romagna. L’obiettivo era favorire la realizzazione di interventi di provata efficacia per la prevenzione secondaria dell’ictus, con particolare riferimento al ruolo di programmi di formazione e di comunicazione promossi dai servizi sanitari. Grazie alla collaborazione di un panel multiprofessionale e multidisciplinare di esperti attivamente coinvolti nella prevenzione della malattie cerebrovascolare, l’iniziativa ha portato alla realizzazione di G-PAC, un manuale sulla prevenzione secondaria dell’ictus indirizzata sia ai formatori che ai Medici di medicina generale (MMG) e agli operatori sanitari (1).

Perché è stata scelta la Regione Emilia-Romagna come capofila di G-PAC?

In quel periodo, la Regione Emilia-Romagna si era fatta promotrice di una serie di iniziative sui percorsi assistenziali all’ictus, sia all’interno della Regione, sia a livello nazionale con dei programmi di Ricerca finalizzata del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, tra cui lo studio su “Come garantire l’applicazione degli interventi efficaci nell’assistenza allo stroke” finalizzato a descrivere quali sono gli elementi che caratterizzano la stroke unit per cercare di implementarla nella pratica clinica. Questo studio è stato condotto da un gruppo di clinici del territorio nazionale. Inoltre, la Regione Emilia-Romagna coordina “Nuove conoscenze e problematiche assistenziali nell’ictus cerebrale: un Programma Strategico di Ricerca e Sviluppo” (2), progetto di ricerca finanziato sempre dal Ministero con l’obiettivo di creare un network interregionale sulla ricerca clinica e organizzativa nell’assistenza allo stroke, condurre studi volti a promuovere il trasferimento nella pratica clinica di conoscenze già acquisite o di nuove informazioni riguardanti la diagnosi, la prognosi, la terapia e la riabilitazione dell’ictus cerebrale.

Come è stato condotto il progetto?

Quando ci è stato affidato il progetto sulla prevenzione secondaria dell’ictus, abbiamo identificato una rete interregionale delle diverse figure professionali coinvolte nell’assistenza del paziente con ictus: internisti, cardiologi, neurologi, chirurghi vascolari, fisiatra, infermieri, medici di medicina generale e associazione dei pazienti. A partire dalle linee-guide esistenti sia in Italia che all’estero sul tema della prevenzione secondaria dell’ictus (3, 4) abbiamo fatto una sintesi delle evidenze e raccomandazioni relative alla prevenzione secondaria dell’ictus e abbiamo provato a tradurre le raccomandazioni in un manuale per la formazione. L’Agenzia sanitaria e sociale regionale dell’Emilia-Romagna ci fa fornito il know-how in termini di comunicazione e formazione.

Qual è il valore aggiunto di G-PAC per il miglioramento degli aspetti tecnico-professionali della prevenzione secondaria dell’ictus?

G-PAC è stato pensato come uno strumento informativo-divulgativo per promuovere sempre più la formazione del personale sanitario (MMG e operatori sanitari, sia ospedalieri sia territoriali), improntato sulla sintesi delle conoscenze scientifiche relative sia alla prevenzione primaria e secondaria sia ai trattamenti farmacologici, chirurgici e riabilitativi erogati tanto nella fase acuta dell’assistenza quanto in quella post-acuta. La nostra idea era di fornire agli operatori sanitari uno strumento agevole con delle informazioni pragmatiche facilmente trasferibili nel contesto lavorativo, rifacendosi sostanzialmente all’idea che i percorsi assistenziali debbano essere sostenuti dalle evidenze e, al contempo, districarsi rispetto alle molteplici cause eziologiche che possono determinare un ictus sul trattamento specifico appropriato. Il risultato è stato una Guida che presenta gli aspetti essenziali delle strategie di prevenzione secondaria dell’ictus, oltre alla definizione del percorso assistenziale del paziente con ictus, e offre dei suggerimenti su come organizzare e realizzare un evento formativo.

Come è organizzata la G-PAC?

Indirizzata per le Regioni, gli enti dedicati a fare informazione e alle Aziende sanitarie, la Guida propone un programma di evento formativo disegnato su due giornate ma che, per la sua versatilità e flessibilità, può essere riadattato nei contenuti al contesto locale. Allegato al volume abbiamo inserito un cd-Rom con raccolte tutte le diapositive delle presentazioni, gli strumenti per la valutazione degli apprendimenti (pre e post-test) e del gradimento del corso e in più dei testi di approfondimento: due dossier della Regione Emilia-Romagna e la Normativa di riferimento (5, 6). Tutto questo, insieme alla Guida in formato elettronico, è scaricabile dal sito della Regione Emilia Romagna, del CCM, del Pensiero scientifico Editore (7).

Quali saranno i prossimi passi?

Distribuire e diffondere la Guida. Per ora stiamo inviando la G-PAC ai destinatari istituzionali: Assessorati alla Sanità e Agenzie sanitarie delle Regioni e delle Province autonome italiane, informando che le Aziende possono disporre del manuale in formato elettronico e su richiesta in formato cartaceo (fino ad esaurimento scorte). Poi sono in via di sviluppo altri progetti che potrebbero aiutare la diffusione a cascata della Guida sul territorio nazionale per iniziative di formazione. Ad esempio, un progetto del Ccm coordinato dalla Regione Toscana ha tra gli obiettivi la promozione di iniziative sulla prevenzione secondaria dell’ictus che utilizzano la Guida; un altro progetto dell’ISS utilizza questo prodotto per la formazione degli operatori della stroke unit.

Per concludere, dottor Ferro, la G-PAC mette l’accento sulla multidisciplinarità e multiprofessionalità. Sono due ingredienti essenziali nella gestione del paziente con ictus?

La multidisciplinarità e la multiprofessionalità sono indicazioni che provengono dalla letteratura scientifica. Le evidenze ribadiscono che l’assistenza presso le unità di degenza dedicate, stroke unit, riducono la mortalità e l’istituzionalizzazione dei paziente con ictus, quindi migliorano la sopravvivenza e la disabilità. Se poi si analizza nello specifico le variabili che portano a un miglioramento della prognosi, si riscontra che la multidisciplinarità e la multiprofessionalità hanno un ruolo importante, come anche la riabilitazione in fase precoce, il monitoraggio dei parametri vitali e altri fattori. Purtroppo gli studi che abbiamo a disposizione evidenziano che l’assistenza del paziente con ictus è ancora disattesa in Italia. Il panorama è eterogeneo con un evidente gradiente lungo lo stivale: a Nord c’è una maggiore tendenza rispetto al Sud ad aderire ai modelli organizzativi che hanno dimostrato una maggiore efficacia sul piano prognostico (8).

Bibliografia

  1. Progettare e valutare la fattibilità di un piano di formazione per la prevenzione secondaria degli accidenti cerebrovascolari
  2. Programnma strategio STROKE, finanziato dal Ministero della salute e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna con la partecipazione delle Regioni Toscana, Lazio, Lombardia, Umbria, Marche
  3. Linee-guida italiana: Spread 2007; Clinical Evidence 2007
  4. Linee-guida estere: Royal College of Physicians 2004; AHA/ASA Guideline
  5. Dossier: La formazione e la comunicazione nell’assistenza allo stroke” del 2007 e “Assistenza all’ictus. Modelli organizzativi regionali” del 2008
  6. Normativa di riferimento: Conferenza Stato regioni sulle LG del percorso assistenziale ai pazienti con ictus cerebrale in Italia insieme ad altri due documenti, un decreto ministeriale e una nota AIFA sulla terapia trombolitica entro le 3 ore
  7. I materiali prodotti del progetto “Progettare e valutare la fattibilità di un piano di formazione per la prevenzione secondaria degli accidenti cerebrovascolari” sono disponibili anche in forma elettronica ai seguenti link:
    http://www.ccm-network.it/
    http://asr.regione.emilia-romagna.it
    http://www.pensiero.it/gpac
  8. Ictus, cure regionali vestite da Arlecchino. Il Sole 24 ore Sanità, 15 settembre 2008, pp 18-9.

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