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Professionalità condivise
Professionalità condivise |
Federico Nardi, ANMCO, su Terapia cardiochirurgica. Pubblicato su Va’ Pensiero n° 566 esul sito dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri. |
Molto tempo è passato dal lontano 1896, anno in cui il professor Ludwing Rehn, applicando ben tre punti di sutura su una ferita da taglio in un cuore umano, fece vacillare la convinzione dell’allora mondo accademico il quale asseriva che “la natura avesse posto il cuore ben oltre i limiti della chirurgia”.
Ma per assistere alle tecniche che permisero di operare all’interno di cavità cardiache bisognò attendere ancora qualche anno, quando: Alexis Carrel (premio Nobel nel 1912) elaborò la tecnica della sutura dei vasi sanguigni; Karl Landsteiner identificò i gruppi sanguigni consentendo l’inizio dell’era della trasfusione di sangue; Fernand Sauerbruch nel 1904, introducendo il metodo della “ventilazione a pressione negativa” permise ai polmoni di rimanere espansi nonostante l’apertura del torace e della pleura; Werner Forsmann, che nel 1929 si infilandosi un catetere nel braccio sinistro spingendolo fino al cuore mostrò al mondo il primo cateterismo cardiaco. Quindi, la storia ci insegna che dietro un intervento chirurgico si celano molteplici figure professionali che consentono al cardiochirurgo, di raggiungere il traguardo prefissato: la cura del paziente. Così come i tanti ingranaggi di un unico, complicato e meraviglioso, meccanismo permettono, con il loro instancabile lavoro, il suo funzionamento, anche la multidisciplinarietà e le diverse figure professionali consentono una migliore ed opportuna gestione del paziente cardiochirurgico stesso.
Gli autori argomentano con chiarezza espositiva le fasi pre-, intra- e post-operatoria attraverso i propri articolati e puntuali capitoli. Pertanto a mio giudizio questo testo rappresenta un valido strumento di consultazione e di approfondimento sia in campo clinico che chirurgico. 17 aprile 2013 |