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Quell'inafferrabile Altro

storiedicancroLunedì 20 gennaio. Pioveva fitto a Napoli, mentre la sala del Palazzo delle Arti si andava riempiendo. Quando l’incontro è iniziato, solo posti in piedi. Eppure, l’argomento annunciato dalle locandine era scabro, quasi urticante: Storie di cancro nel cinema e nella letteratura.

Francesco Perrone (Direttore Struttura Complessa Sperimentazioni Cliniche, Istituto nazionale Tumori, Fondazione Pascale) ha chiamato a parlarne Maurizio de Giovanni, scrittore dal successo crescente, insieme a Giovanni Rosti (oncologo, Treviso) e Luciano De Fiore, coautori di uno studio – OncoMovies – che dalla sua presentazione all’ultimo congresso ESMO di Vienna nel settembre scorso sta suscitando notevole interesse sulla stampa di tutto il mondo.

Dagli anni Trenta in poi, un centinaio di film si sono occupati del cancro, da tanti punti di vista. Ed a Napoli se ne è parlato di fronte ad un pubblico vario ed attento, non solo di oncologi e di addetti ai lavori, mostrando anche delle clip significative. Perché il tumore è una malattia che riguarda tutti, più o meno da vicino, che il cinema ha il merito però di declinare in storie individuali. Per cui quell’”inafferrabile Altro”, nella definizione di Tiziano Terzani, diviene per lo spettatore l’esperienza di un qualcuno di concreto, al quale la malattia cambia la vita, la prospettiva, gli affetti, la considerazione del tempo. E inoltre, più di altre patologie il tumore sul grande schermo è in grado di rappresentare l’incontro con il radicalmente Altro, un aspetto rilevante e penalizzato nella nostra vita di oggi. L’alterità perturbante rispetto alla consuetudine, al noto. Come confronto con quel che ci è estraneo, con l’incertezza, il dubbio, anche con la disperazione. E poi l’altro Altro, quel lui che non è me: io in quanto malato, innanzitutto, così diverso da quel me che conoscevo prima della malattia. E poi quegli altri che sono i terapeuti, gli altri malati, i familiari, i colleghi di lavoro, tutti da riconoscere daccapo, alla luce di una temporalità mutata, di nuove sensibilità.

Maurizio de Giovanni ha letto un suo intenso racconto “Tu, e il nuovo anno” (in esclusiva online per i nostri lettori) pubblicato pochi giorni fa su Il Mattino, un saluto – certo inconsueto – alla propria donna nella notte del Capodanno, un saluto dall’al di là, ma non per questo meno ricco di amore e di tenerezza. Il commiato di un uomo morto di tumore alla donna della sua vita, ormai finita, che infine lascia andare, “senza dolore, senza nostalgia”. Un racconto asciutto, nonostante l’argomento.

Del tutto in tono con la ricerca sugli OncoMovies che, ha sottolineato Valerio Caprara, professore di Storia e critica del cinema all’Università di Napoli “L’Orientale”, ha il pregio di non “usare” il cinema per dire altro – in questo caso, per parlare di oncologia -, tenendosi lontano da ogni patetismo, ed accostando piuttosto la materia cinematografica per quel che offre nel suo specifico, per quel che i diversi film dicono del cancro, ponendo domande pertinenti e rappresentando temi e situazioni in grado di toccare l’attenzione e la coscienza di tutti.

E non solo a Napoli.


Il progetto OncoMovies

Negli ultimi sessant’anni della storia del cinema oltre 80 film si sono occupati di cancro. Il progetto OncoMovies vuole valorizzare questo grande patrimonio di immagini e di storie, mostrando la vita reale del paziente in chemioterapia. L’idea è quella di aprire una finestra virtuale su tutti gli aspetti che la persona con tumore affronta durante il percorso di cura e che possono sfuggire all’osservazione del medico e, a volte, essere accettati passivamente dal paziente. OncoMovies è un progetto realizzato con il grant educazionale di Merck Sharp & Dohme.


Nella collana In Pratica

Cinema e oncologia. Il cancro sul grande schermo, di Luciano De Fiore. Presentazione di Emilio Bria, Anna Costantini, Massimo Di Maio, Domenica Lorusso, Giovanni Rosti.

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