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Un libro-protocollo per i nostri diritti

Copertina del libro Epidemiologia di cittadinanzaIl libro Epidemiologia di cittadinanza è stato scritto come si pensa e si organizza un protocollo di ricerca e così, come ad ogni progetto corrisponde un protocollo, il testo si può definire un libro-protocollo. Gli autori, provenienti da storie, esperienze e culture diverse e che si sono incrociati casualmente in progetti differenti, ora si mettono a confronto e lavorano insieme alla stesura del testo che si propone di verificare l’ipotesi della praticabilità di un’epidemiologia di cittadinanza e definisce con un glossario completo e minuzioso i cinque termini chiave: cittadinanza, welfare, epidemiologia, epidemiologia assistenziale e indicatori.

Epidemiologia di cittadinanzaI capitoli dedicati al welfare risultano densi e interessanti, sono una guida alle domande più aperte e presentano i diversi punti di vista con cui si affrontano le tematiche del welfare stesso. L’epidemiologia di comunità è intesa come disciplina che rende visibili le persone e le popolazioni e il fatto che ad esse si riconoscono i diritti fondamentali. Da qui la necessità di rigenerare il welfare, cioè condurre ogni persona nella condizione in cui non si è soli davanti ai rischi della vita. Ampia è la documentazione delle leggi che sanciscono i diritti dell’uomo e del cittadino.

Nel capitolo sui percorsi dell’epidemiologia assistenziale si affrontano gli argomenti della cronicità, della fragilità, della comorbilità e della disabilità grave. Si offre un ampio contributo di riflessioni e di idee, suggerite dai resoconti di situazioni vissute e raccontate nella loro dolorosa realtà di tutti i giorni, per il malato e la famiglia.

Una terza parte è dedicata agli indicatori con un’ampia documentazione di tabelle esplicative che fotografa la realtà e offre i numeri indispensabili per conoscerla a fondo nel positivo ma anche nelle criticità. Agli indicatori di cittadinanza si chiede di essere in grado di fornire una misura in cui sono soddisfatte le richieste che derivano dalla comunità con una proposta di metodo per amministratori e/o amministrativi che consenta di utilizzare i flussi informativi e le tipologie di indicatori proposti per una valutazione a servizio delle comunità.

Una quarta parte, infine, è indirizzata alle popolazioni con un capitolo sull’epidemiologia assistenziale che rivolge l’attenzione alla popolazione anziana, alla sua fragilità, alla qualità della vita nelle strutture residenziali e al come soddisfare il bisogno di assistenza.

Un ultimo capitolo, infine, ha come tema la vulnerabilità del minore. Nella società è il minore il più indifeso e vulnerabile; la Costituzione (art. 31, comma 2) e la convenzione ONU definiscono i diritti che spettano al bambino, ma che troppo spesso sono ignorati e disattesi. Si segnalano le priorità di intervento per tutelare i minori stranieri e si dedica attenzione all’attualissimo problema della schedatura dei bambini rom, che rischia di diventare razzismo legalizzato e allontana dalla finalità dell’integrazione aumentando la segregazione. Abusi sessuali e violenza sui minori sono valutati con le relative conseguenze psicologiche, cognitive, emotive e relazionali che comportano e portano ad interrogarsi su come risolvere o almeno prevenire una piaga così devastante.

Il libro è leggibile, ma non è immediatamente di facile comprensione perché chiede di entrare in un progetto di lavoro. Offre un’analisi precisa e completa dei bisogni dei diritti di ogni cittadino e delle risposte che l’assistenza sanitaria dovrebbe offrirgli e rappresenta sicuramente un buon manuale per chi vuole approfondire questi temi, gestire i bilanci e definire le priorità.


Recensione pubblicata su Ricerca & Pratica, 2011; 27: 108.

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