In primo piano
Il bello dei tempi supplementari
Lavoro e formazione professionale
Può dire di avere avuto un Maestro?
Ho avuto la fortuna, oltre venti anni fa, di incontrare personalmente Ivan Illich e di intrattenermi con lui per un intero pomeriggio. Credo che egli abbia intuito e anticipato la medicalizzazione della vita a cui stiamo assistendo e che farà scomparire le persone in buona salute.
Il suo più grande successo professionale?
Aver fatto con Beppe Grillo una “presentazione” in una ASL del bolognese e aver visto pubblicare da Nature una lettera scritta a mezzogiorno nella pizzeria sotto l’ufficio.
E la più grande delusione?
Di non essere riuscito ad arrivare in cima al Cervino.
Qual è la parte della suo lavoro più gratificante? E quella più noiosa?
Due gli aspetti più gratificanti come pure i più noiosi. I più gratificanti: prendere visione dei risultati di una ricerca appena conclusa e tradurli poi in azioni concrete nella realtà sociale. I più noiosi: scrivere un articolo e occuparsi di burocrazia.
Ricordi, passioni e…
Qual è stato il suo primo “esame”?
La nascita: avevo due giri di cordone ombelicale attorno al collo.
Qual è il suo più grande rammarico?
Di non aver fatto il direttore d’orchestra.
Una cosa che la appassiona?
Molte, troppe! La fotografia, la pittura, i vasti spazi, gli alberghi fin de siècle ed altre cose e persone. Mi dà un certo piacere – ora che sono nei tempi supplementari – dire tutte quelle verità che molti conoscono e che vorrebbero forse esprimere pubblicamente, ma che si guardano bene dal farlo per non correre il rischio di rovinarsi la carriera.
In cucina preferisce stare al tavolo o ai fornelli?
Sempre e solo al tavolo.
Si mangia per sopravvivere o per godere?
Dipende da dove si sta di casa e da quanti soldi si hanno nel portafoglio.
Curiosità
Qual è la prima pagina che guarda sul giornale?
Non quella dei decessi.
La televisione serve a guardare…
Serve ad addormentarsi più in fretta.
E il miglior giorno della settimana?
Quello libero.
La prima cosa che farebbe se fosse Ministro della Salute?
Darei subito le dimissioni.
Il politico che inviterebbe a cena?
Beppe Grillo.
Lettura e scrittura
Il computer è un alleato o un nemico?
Un grande alleato che però non ho mai usato e nemmeno so usare, perché mi ritengo essere ancora uno dei pochi fortunati che hanno dei collaboratori che lo fanno per me.
Ha mai scritto una poesia? O ha mai sognato di scrivere una poesia?
Sì, a 12 anni. L’ho presentata a mia madre dicendo che era di Giacomo Leopardi e che, quella realmente di Leopardi, era invece la mia. Mi rispose che la mia non era male ma quella di Leopardi era un’altra cosa. Da allora non ne scrissi più.
Quale libro ha sul comodino?
La guida Michelin degli alberghi e ristoranti d’Italia e di Francia.
Qual è l’ultimo che ha regalato?
Alla mia assessora, il libro di Marco Bobbio sui conflitti di interesse.
Tempo libero
Treno, auto o aereo?
Se possibile sempre e solo il treno, evitando (in molti Paesi) quelli regionali.
La città europea più bella?
Banalmente Parigi, Roma, Napoli e Lisbona.
Lo sport preferito?
La montagna.

Gianfranco Domenighetti con Alessandro Liberati
Gianfranco Domenighetti ha collaborato con Il Pensiero Scientifico Editore per la realizzazione dei volumi, curati da Alessandro Liberati, “La medicina delle prove di efficacia. Potenzialità e limiti della Evidence-based Medicine” e “Etica, conoscenza e sanità. Evidence-based medicine fra ragione e passione”. Recentemente, un suo importante saggio è stato pubblicato come premessa al volume “Governare la Formazione per la Salute”.