In primo piano

Buon viaggio Dottore!

Lavoro e formazione professionale
Può dire di avere avuto un Maestro?

Ho avuto due maestri: Benedetto Terracini e Enrico Anglesio (1908-2003). Anglesio che è stato uno dei primi oncologi italiani, non mi ha insegnato tanto l’oncologia quanto molte altre cose.

Ha passato periodi di studi all’estero dopo la laurea? Se sì dove e per quanto tempo?

Diversi, brevi, in particolare a Lione e a Ginevra.

Il suo più grande successo professionale?

Non ho la percezione di “successi” personali. Trovo sia stato un grande successo la costruzione del Centro dove lavoro, il CPO di Torino, compiuta nel corso di oltre 20 anni da un gruppo di ragazzi, Nereo Segnan, Franco Merletti e tutti gli altri noi allievi di Terracini.

E la più grande delusione?

Vedere la sostanziale progressiva diminuzione della spesa e dell’investimento in sanità.

Qual è la parte della suo lavoro più gratificante? E quella più noiosa?

La più gratificante è avere giovani bravi che sanno fare le cose; la più noiosa le riunioni.

Qual è il commento più memorabile che ha ricevuto da un referee?

Non ricordo un commento in particolare. Ma ricordo la bocciatura di una electronic submission giunta 5 minuti dopo l’invio.

Quanto impiega ad andare al lavoro?

Quindici minuti.

Cosa ha appeso alle pareti del suo ufficio?

Cose che ho portato io (una lito di Monachesi, regalo di mio padre, un disegno di Deval e un poster coi progetti di Claude Nicolas Ledoux) e cose lasciatemi da Anglesio (le foto con dedica di quasi tutti i pionieri dell’oncologia europea e nordamericana, una stampa giapponese, e due lito di Abraham-Nillsen); e poi altri quadri.

Ricordi, passioni e…
Qual è stato il suo primo “esame”?

Ricordo la trepidazione, da ragazzino, per le selezioni per la squadra agonistica dello sci club.

Qual è il suo più grande rammarico?

Grandi nessuno, solo piccoli.

Ha delle paure nascoste?

Sicuramente sì, ma me ne accorgo molto dopo, quando ormai sono superate.

Una lettera che non ha mai spedito?

Non ricordo di non aver mai spedito una lettera… Ma di averla spedita in gran ritardo invece mi è successo: è una lettera a Pierluigi Morosini. Corrispondiamo al ritmo di una lettera l’anno, e la mia questa volta è in ritardo…

Il compleanno più bello?

Il prossimo.

C’è qualcosa a cui non rinuncerebbe? E qualcosa a cui vorrebbe rinunciare?

Non so, il mio linguaggio interiore non fa uso del condizionale.

Una cosa che la appassiona?

Quasi tutto.

In cucina preferisce stare al tavolo o ai fornelli?

L’uno e l’altro.

Si mangia per sopravvivere o per godere?

L’uno e l’altro, anche in questo caso.

Curiosità
Qual è la prima pagina che guarda sul giornale?

I necrologi di Le Monde.

La televisione serve a guardare…

Niente, nel mio caso. Lo schermo è troppo piccolo e sono distratto da quello che c’è intorno. Ma nell’infanzia la TV mi ha aiutato molto a imparare l’italiano (che ancora vi era parlato) e tante altre cose, soprattutto storia, geografia, teatro.

Chi le telefona più spesso?

Due signore e mia madre.

Il momento migliore della giornata: l’alba o il tramonto?

L’alba.

E il miglior giorno della settimana?

Il sabato.

La prima cosa che farebbe se fosse Ministro della Salute?

Darei un incentivo ad ogni italiano per l’acquisto di una bicicletta (la risposta non è mia, mi è stata suggerita).

Il politico che inviterebbe a cena?

Fidel Castro, si parvus potest.

Lettura e scrittura
Come trova il tempo di scrivere e dove?

Sabato e domenica, a casa in montagna.

Il computer è un alleato o un nemico?

Alleato, anche se li hanno portati a violare un po’ troppo spesso le tre leggi della robotica (Isaac Asimov, “Io, Robot”, Milano: Mondadori 2004, Collana Massimi della fantascienza, ndr).

Ha mai scritto una poesia? O ha mai sognato di scrivere una poesia?

Parecchie.

E un diario?

Durante (alcuni) viaggi.

Quale libro ha sul comodino?

“Il silenzio Infranto. Il dramma dei desaparecidos italiani in Argentina”. A cura di Carla Tallone e Vera Vigevani Jarach (Zamorani editore, Torino 2005, ndr). Il contenuto è nel titolo e il libro è fatto molto bene.

Qual è l’ultimo che ha regalato?

Come sopra, 5 copie.

Tempo libero
Quale musica ascolta e dove?

Un po’ di tutto disordinatamente e quasi dovunque (casa, lavoro, auto).

L’ultima volta che è andato al cinema? E a teatro?

Rispettivamente uno e tre mesi fa.

Treno, auto o aereo?

Tutti e tre, molto.

La vacanza più bella? La città europea più bella?

Le vacanze sono state tutte belle. La città Europea più bella non esiste, tantissime sono bellissime. La “più bella” fuori d’Europa (ed includendo in Europa le città in parte Europee delle sponde Sud e Est del mediterraneo) per me è New York.

Lo sport preferito?

Da ragazzo ho goduto con sci, tennis e moto. Poi non ho più fatto niente.

 

27 luglio 2005

Da anni attivamente impegnato presso il Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte, l’epidemiologo Roberto Zanetti ha dato il suo prezioso contributo a Il Pensiero Scientifico Editore per la realizzazione dei volumi “Fatti e cifre dei tumori in Italia” e “Il cancro in Italia. I dati di incidenza dei Registri Tumori” (Vol. 3, 1993-1998).

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