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Maestri pazienti

Lavoro e formazione professionale

Può dire di avere avuto un Maestro?

Nel significato “classico “ del termine maestro ne ho avuti almeno due, uno per ciascuna delle due discipline che ho praticato nella mia vita professionale: l’Ematologia e la Gestione del rischio clinico. Ma in realtà per tutto ciò che ho fatto in ambito sanitario (e forse non solo sanitario), mi sento di dire che i miei Maestri sono stati i pazienti, le loro vite, le loro lotte vinte o perse.

Se tornasse indietro, rifarebbe le stesse scelte professionali?

Assolutamente sì: magari all’inizio di un nuovo percorso si è presi, giustamente, da dubbi e perplessità sulla direzione intrapresa; ma, con il famoso “senno del poi” posso dire che rifarei esattamente le scelte che ho fatto.

Scrivere quanto spazio toglie al lavoro?

Finch ho lavorato come dipendente ospedaliero non si poteva sottrarre nulla al lavoro clinico, e quindi il tempo per scrivere era sottratto al tempo privato. Da quando sono libera professionista scrivere è diventato parte rilevante e integrante del mio stesso lavoro, che non ha però confini temporali in termini di orari o giorni della settimana dedicati…

Qual è la parte del suo lavoro più gratificante? E quella più noiosa?

In ogni attività c’è qualcosa che si fa perché piace e qualcosa che si fa perché si deve. Il bilancio è quindi la sommatoria delle due cose, e la gratificazione o la noia derivano dal risultato finale di ciò che si è fatto.

Qual è stato il suo primo “esame”?

Considero il mio primo vero esame quello di Istologia, primo esame della facoltà di Medicina, primo e ultimo in cui sono stata bocciata: lì ho capito come ci si doveva attrezzare per affrontare l’Università e lo studio adulto.

Ricordi, passioni e curiosità

Qual è il suo più grande rammarico?

Sinceramente non lo so: nella vita si fanno delle scelte, e quando si sceglie significa prendere alcune cose e rinunciare a delle altre. C’è poco da rammaricarsi…

Quale forma di aggiornamento le sembra più utile (leggere, andare ai congressi, e-learning, ecc.)?

Certamente leggere e studiare, ma valorizzo molto l’aggiornamento per “osmosi” che viene dalla frequentazione di ambienti e persone da cui si apprende per scambio di pensieri, cultura, riflessioni e conoscenze.

Qual è la sua rivista “preferita”?

Non ne ho di preferite: quando devo prepararmi su un argomento cerco tutto quello che è stato pubblicato sul tema, e magari scopro fonti insospettabili che danno un contributo inatteso.

Le capita ancora di sfogliare l’edizione cartacea di una rivista o consulta la letteratura solo su web?

Cerco sul web, ma poi stampo e leggo il cartaceo, che amo molto di più.

Che rapporto ha con i social network?

Nessuno. Li patisco, non riesco a trovarli sostitutivi o complementari ai rapporti reali.

Utilizza Facebook, YouTube o Twitter?

No.

Usa gli sms anche come mezzo per comunicazione di lavoro?

Certamente sì, sono efficaci ma discreti.

Oltre la medicina può dirci una cosa che l’appassiona veramente?

Nella vita ogni stagione ha la sua passione: l’importante è che ci sia passione in quello che si sta facendo.

Conoscendo da vicino i problemi della formazione in Sanità, qual è la prima cosa che farebbe se fosse Ministro della salute?

Innanzitutto, qualificare in modo serio la formazione universitaria: esigere che l’Università sia realmente un ambiente di apprendimento, di interazione bidirezionale tra chi deve imparare e chi sa e deve dare tempo, conoscenza, disponibilità. Oggi è invece spesso solo subalternità tra studenti spaesati e professori presi da altri interessi.

In cucina preferisce stare ai fornelli o a tavola?

Mi piacerebbe essere a tavola, ma quasi sempre sono ai fornelli. Ma anche questo ha i suoi piaceri.

Lettura, cinema e teatro

Il suo romanzo preferito?

Memorie di Adriano.

Quale libro ha sul comodino?

La cronaca di Travnik, di Ivo Andric.

Qual è l’ultimo libro che ha regalato?

A Natale, troppi per elencarli tutti…

Ha un lettore di e-book? Ha mai acquistato un’edizione digitale?

Non sono tecnologicamente attrezzata, ma ci sto pensando. Preferisco gli audiolibri, ottimi quando si fa una camminata…

Consiglierebbe un film particolare a un giovane collega?

Le invasioni barbariche.

Tempo libero

Qual è la città italiana dove si reca più volentieri?

Napoli, è la mia città da cui sono andata via tanti anni fa: è una città da detestare, ma che non si smette di amare.

E all’estero?

Ce ne sono troppe da vedere, meglio, se si può, girare e cambiare.

Il suo sport preferito?

Camminare e camminare, anche se non so se si possa definire uno sport.

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