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Sculture, medaglie e ricordi

Ritratto di Simona Giampaoli, Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute, Istituto Superiore di Sanità
 

Chi è Simona Giampaoli?

Sono l’ultima figlia di Pietro Giampaoli, medaglista, considerato nel mondo numismatico uno dei più grandi incisori del ‘900. Da lui ho ereditato il desiderio di imparare, la costanza, la passione, la generosità; dei difetti, l’egocentrismo, l’intolleranza, la possessività, l’intransigenza.

Da chi ha imparato di più, sul lavoro?

Nel lavoro ho avuto due maestri e tanti amici. Jeremiah Stamler, “Il Maestro” (insieme nella foto, ndr), da lui ho imparato ad analizzare i dati epidemiologici e a presentarli in modo semplice, a non intervenire quando non conosco l’argomento; da lui ho capito che i grandi ricercatori sono umili e disponibili. Non dimenticherò mai il primo incontro: non parlavo bene l’inglese, pertanto avevo imparato a memoria un paio di frasi, che ripetei tante volte nell’attesa; Jeremiah e Rosa, entrambi professori alla Northwestern University Medical School di Chicago, non parlavano bene la nostra lingua, tuttavia mi accolsero parlando in italiano. L’altro maestro è stato Alessandro Menotti, direttore del Reparto di malattie non trasmissibili del Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica; Alessandro è stato poco generoso nelle parole, ho imparato presto ad osservare quello che faceva; gli sono grata perché mi ha introdotto nel mondo della ricerca internazionale. Agli amici devo molto sul miglioramento della qualità e quantità delle attività lavorative: Salvatore Panico mi ha insegnato ad essere meno intransigente ottenendo migliori risultati con minor fatica. Diego Vanuzzo a valutare il lato positivo quando qualcosa non va nel verso giusto. Donato Greco mi ha offerto varie opportunità per ottenere i finanziamenti necessari alla ricerca. E ancora, Cinzia, Luigi, Augusto, Franco…

Qual è la parte meno gratificante del suo lavoro?

Faccio parte della categoria di persone fortunate: lavoro per passione e con le persone che stimo. Questo è il motivo per cui posso stare in Istituto fino alle 10 di sera e non accorgermi del tempo che passa. Oggi il lavoro è un po’ noioso, piani finanziari, protocolli, relazioni su attività svolte; per la ricerca epidemiologica è il tempo dei collaboratori più giovani; mi manca lo screening sul campo, penso che sia stata l’attività in cui ho dato il meglio di me.

Qual è stata la sua maggiore soddisfazione professionale?

Il Progetto CUORE, composto da una sezione longitudinale per la ricerca eziologia sui fattori di rischio, da una sezione di sorveglianza attraverso il registro nazionale degli eventi coronarici e cerebrovascolari e una indagine sui fattori di rischio. Abbiamo iniziato lo studio, lo abbiamo condotto negli anni, abbiamo costituito una banca biologica e analizzato i risultati. Ho sempre avuto un grande senso di responsabilità nei confronti delle persone visitate e arruolate negli studi epidemiologici; al loro consenso devo la realizzazione dello studio, i buoni risultati e l’applicazione in sanità pubblica.

Qual è la sua “stella polare”, dal punto di vista professionale?

Sono profondamente convinta, e gli studi epidemiologici lo dimostrano, che la prevenzione primaria rappresenti la modalità più ragionevole per affrontare i problemi demografici, in particolare l’invecchiamento della popolazione: il rischio cardiovascolare aumenta con l’età, ma è possibile mantenerlo a un livello favorevole poich i fattori di rischio sono modificabili con lo stile di vita, basta seguire alcune indicazioni – evitare il fumo, avere una alimentazione sana e bilanciata e svolgere regolarmente un’attività fisica. E se anche la genetica è favorevole, è meglio arrivare ad età avanzata senza aver subito un evento cardiovascolare.

Verso dove viaggia più volentieri?

Cerco di andare negli USA almeno una volta all’anno per incontrare colleghi di lavoro, per scambiare idee e per studiare.

Quando viaggia, ha con s una macchina fotografica?

Sempre.

Qual è la sua città preferita?

Mi sento una cittadina europea. Adoro Roma, le fontane, le chiese, i palazzi, la solennità dei monumenti; mi affascina la storia del rinascimento, la vita degli artisti. Vivo da molti anni in una piccola casa nel quartiere Testaccio, tappezzata di medaglie, gessi, foto, libri, sculture e quadri, di scarso valore artistico ma preziose per il valore affettivo.

Quale libro ha sul comodino?

Nessuno, perché accanto al letto non ho un comodino.

Quindi, nessun libro accanto al letto?

Sì, poggiati in terra: Le Vite del Vasari e la Vita di Michelangelo.

6 luglio 2005

Simona Giampaoli è tra gli autori della Carta del rischio cardiovascolare, originata dal Progetto CUORE, le cui edizioni cartacee ed elettroniche sono state pubblicate da Il Pensiero Scientifico Editore.

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